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  • Il grande freddo: chi rischia di più e come difendersi

    Il grande freddo: chi rischia di più e come difendersi

    I consigli degli esperti della Società Italiana di Medicina Interna

    Roma, lunedì 30 gennaio 2023. Con le temperature in picchiata e la bianca coltre di neve che ricopre la nostra penisola, dobbiamo sapere come difenderci dalle insidie del grande freddo. E gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) sono prodighi di consigli, soprattutto per le persone più a rischio, come gli anziani, i fragili e chi è affetto da patologie croniche. Gli inverni caratterizzati da fenomeni estremi sono ormai una consuetudine, conseguenza diretta dei cambiamenti climatici. Ma il concetto di ‘freddo estremo’ resta molto relativo: temperature vicine allo zero possono essere considerate ‘estreme’ in Sicilia, mentre sono del tutto normali in Abruzzo o in Alto Adige, regioni più abituate al grande freddo invernale e dunque meglio attrezzate. Ogni anno almeno il 7 % di tutti i decessi può essere attribuito al freddo, argomento di grande attualità in tempi di crisi energetica come quelli che stiamo attraversando. Ecco dunque chi rischia di più e come difendersi.

    Attenti al cuore! Pensando ai rischi delle temperature rigide, la mente va immediatamente a influenza, raffreddori e a tutta la pletora di virus respiratori che ci circonda. “Ma in realtà – spiega il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna – una delle minacce peggiori del ‘generale inverno’ è quella posta all’apparato cardio-circolatorio, con un’aumentata incidenza di infarti, ictus e un peggioramento delle arteriopatie periferiche (o PAD, quelle a carico delle arterie degli arti inferiori)”. Sono soprattutto le persone affette da patologie cardio-vascolari note quelle più esposte a questo rischio, che fa leva sul modo con il quale l’organismo reagisce al freddo. “Per evitare di disperdere calore- spiega il professor Sesti – i vasi periferici si ‘contraggono’ (vasocostrizione), ma questo a sua volta provoca un ridotto afflusso di sangue in periferia (con il freddo peggiorano i sintomi della claudicatio, dolori crampiformi fortissimi alla coscia o al polpaccio, che compaiono in chi soffre di PAD) e un aumento della pressione arteriosa. È per questo che spesso in inverno è necessario ritoccare verso l’alto i dosaggi della terapia antipertensiva o associare altri farmaci per mantenere sotto controllo i valori pressori”. Una pressione arteriosa in salita e il freddo non solo rappresentano una minaccia per i vasi di cuore e cervello, ma portano anche ad urinare di più, esponendo in questo modo al rischio di disidratazione (che può sembrare strano in inverno, ma accade), rendendo di conseguenza il sangue più denso e meno ‘scorrevole’ all’interno dei vasi, fenomeni che possono favorire la formazione di trombi. “E dunque – ricorda il professor Sesti – oltre a ridurre la pressione in maniera adeguata, è necessario assicurare un buon introito di liquidi. Ma assolutamente non di alcol. L’idea che l’alcol ‘riscaldi’ è una sensazione ingannevole; in realtà, producendo una vasodilatazione periferica, l’alcol favorisce la dispersione di calore. Ragione in più dunque per evitare il consumo delle bevande alcoliche, che non mai effetti benefici”.

    Proteggere naso e bocca per il bene di bronchi e polmoni. Anche l’apparato respiratorio risente del calo delle temperature. E non parliamo solo di influenza e virus respiratori che circolano abbondantemente in inverno. “In questa stagione – afferma il professor Sesti – assistiamo ad un’esacerbazione di malattie respiratorie croniche come la bronchite ostruttiva (BPCO) e l’asma perché il passaggio di aria fredda lungo le vie aeree provoca irritazione e di conseguenza, tosse, aumento di secrezioni catarrali e una respirazione difficoltosa e affannata (dispnea). Per questo è importante evitare di uscire di casa nelle ore più fredde, proteggere bene naso e bocca con una sciarpa (e una mascherina, soprattutto quando si sale sui mezzi pubblici affollati) per riscaldare l’aria che inaliamo; bisognerà inoltre valutare con il proprio medico se è il caso di aggiungere un ‘puff’ di broncodilatatore/antinfiammatorio in terapia. Chi soffre d’asma, dovrebbe comunque sempre avere con sé un inalatore per un ‘puff’ d’emergenza. Le persone con long Covid devono fare particolare attenzione in caso di freddo e cattivo tempo perché secondo una review pubblicata di recente sul BMJ, la loro funzionalità polmonare può restare compromessa per un tempo variabile dopo l’infezione da Covid e questo li espone a maggior rischio di infezioni respiratorie. Se necessario uscire, oltre a proteggersi bene dal freddo, queste persone dovrebbero indossare una mascherina FFP2, soprattutto negli ambienti affollati e scarsamente ventilati”.

    Il tallone d’Achille delle articolazioni. Il freddo e l’umidità non sono un toccasana per ossa e articolazioni. Lo sanno bene tutti coloro che soffrono di malattie reumatiche su base infiammatoria o di artrosi, anche se una spiegazione scientifica convincente a questo fenomeno non è ancora stata trovata. “È necessario dunque coprirsi adeguatamente per mantenere caldo l’organismo – ricorda il professor Sesti – indossare guanti e giacche impermeabili se si esce di casa; chi soffre di fenomeno di Raynaud (un’importante vasocostrizione periferica soprattutto a carico delle dita delle mani che diventano bianche, poi violacee e rosse con tanto dolore), deve stare particolarmente attento agli sbalzi di temperatura (proteggere bene le mani dal freddo ed evitare di metterle sul termosifone o nell’acqua calda, una volta rientrati in casa); da eliminare assolutamente il fumo, che può aggravare il fenomeno”. Anche se costretti in casa dal maltempo, bisogna evitare di stare fermi troppo a lungo, alzandosi di frequente dalla poltrona o dal divano e facendo un po’ di ginnastica casalinga, anche con l’ausilio di pesetti da un chilo. Attenzione anche a non esagerare con le calorie a tavola perché ogni chilo di troppo andrà a gravare sulle articolazioni. Importante fare il pieno di vitamina D e calcio (con latte e latticini a basso contenuto di grassi ed eventuali supplementi, su consiglio del medico), soprattutto se non si esce di casa e non ci si espone alla luce del sole.

    Attenzione alle cadute. Un marciapiede ghiacciato o anche solo lucido di pioggia, un berretto tirato sugli occhi o un ombrello aperto che riducono la visibilità possono rappresentare un pericolo e favorire una caduta che, nei fragili e negli anziani, spesso non è priva di conseguenze. “Meglio dunque prevenire questo rischio – consiglia il professor Sesti – uscendo di casa, se possibile, solo nelle ore centrali della giornata, rese più tiepide dal sole ed evitando di uscire sotto la pioggia o la neve. Indossare calze di lana e scarpe comode con suola antiscivolo e con un buon ‘grip’ e preferire i cappelli di lana a quelli a tesa larga o a cloche, per non ostacolare la visibilità. Le persone con neuropatia diabetica (un danno ai nervi delle estremità) devono fare particolarmente attenzione perché possono non accorgersi che i piedi stanno diventando troppo freddi, esponendosi al rischio di geloni o di un principio di congelamento”.

    Attività fisica e freddo. I runner in buona salute possono continuare a correre anche con le basse temperature, avendo cura di vestirsi in maniera adeguata (attenzione all’umidità e al sudore che non devono restare a contatto con il corpo, oltre che al freddo) e di idratarsi adeguatamente. “Le persone con problemi cardiovascolari noti o i soggetti a rischio (ipertesi, diabetici, persone in sovrappeso) – ammonisce il professor Sesti – devono invece stare molto attenti a non fare sforzi eccessivi all’aperto, se le temperature sono rigide. In questa stagione, bene le passeggiate nelle ore calde e nelle giornate di sole, ma per tutto il resto, l’esercizio fisico andrebbe fatto indoor: in palestra, in piscina o in casa. Ricordatevi di vestirvi molto bene anche quando portate il cane fuori, soprattutto al mattino presto e la sera. Grande attenzione infine anche all’attività fisica ‘indotta’ dal cattivo tempo: spalare la neve può rivelarsi decisamente pericoloso per il cuore, come anche cambiare una gomma bucata a temperature polari”.

    Come proteggersi dal freddo. A livello strutturale, dovremmo tutti vivere in case con elevati standard termici e ben coibentate, per evitare la dispersione di calore attraverso i muri e gli infissi (se necessario, ricorrere anche ai vecchi paraspifferi). Molto importante è vestirsi in modo adeguato che poi significa ‘a strati’ sottili; il primo strato, quello più a contatto con la pelle, deve essere di un tessuto in grado di tenere l’umidità lontana dalla pelle, seguito da uno strato ‘isolante’ e un maglione caldo. E per uscire, un giaccone impermeabile a prova di pioggia, neve e vento. Ricordarsi di proteggere bene i piedi (anche con doppie calze), le mani e la testa (con sciarpe e cappelli, soprattutto per chi soffre di sinusite). Grande attenzione deve infine essere posta al letto che deve mantenerci al caldo durante il sonno: doppie coperte e piumini, ma anche pigiami con pantaloni e maniche lunghe. Se è necessario dare un ‘aiuto’ ai termosifoni che riscaldano poco, bene orientarsi su stufe elettriche a basso consumo o pompe di calore. Da evitare invece le stufette a gas o i camini a legna per il rischio di intossicazioni da monossido di carbonio, purtroppo spesso fatali nel sonno.

    Curarsi con la luce. “Le persone con disturbo affettivo stagionale (SAD), depressione o disturbo bipolare – conclude il professor Sesti – possono risentire in modo particolare del dover restare a lungo in casa, per il cattivo tempo. È fondamentale che si mantengano attive e che dormano in modo regolare, facendo il pieno di sole non appena possibile. E se non è possibile uscire, bisogna inondare di luce la casa, tirando le tende e alzando le serrande. Senza dimenticare naturalmente di rivolgersi subito allo specialista se i sintomi della propria condizione mentale peggiorano”.

  • 🩺 Per le feste, portiamo a tavola tanta gioia e salute – La guida al mangiare sano (e bene) degli esperti della Società Italiana di Medicina Interna SIMI

    🩺 Per le feste, portiamo a tavola tanta gioia e salute – La guida al mangiare sano (e bene) degli esperti della Società Italiana di Medicina Interna SIMI

    Siamo ad una manciata di giorni dal Natale e, anche in questa lunga vigilia, cene e aperitivi tra amici si moltiplicano. Godere della compagnia e della buona tavola fa benissimo all’umore, ma è meglio con un pizzico di attenzione, soprattutto da parte delle persone affette da una serie di patologie croniche come diabete, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, steatosi epatica e iperuricemia. “Per evitare che la lunga maratona gastronomica delle feste lasci il segno, sulla salute e sulle analisi del sangue che molti programmano tradizionalmente a gennaio, come Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) – afferma il professor Giorgio Sesti, presidente della SIMI – abbiamo pensato di proporre alcune regole di buon senso e di facile applicabilità. E come ‘strenna natalizia’ le abbiamo corredate con alcune proposte di menù per i giorni di festa, che possono guidare nella scelta della giusta combinazione delle portate”.

    Ecco dunque le istruzioni per l’uso ‘doc’ del mangiare bene e sano nei giorni di festa, senza sacrificare il gusto e il piacere della buona tavola. E prevenendo le brutte sorprese nel ‘day after’ di inizio gennaio, quando l’Epifania tutte le feste si porterà via.

    I ‘fondamentali’ della tavola sana per tutti

    “Il consiglio valido per tutti – raccomanda il professor Sesti – è quello di non perdere mai di vista le porzioni, soprattutto nel caso di pranzi o cene che prevedono numerose portate. Ricordiamoci dunque di ridurre la quantità dei cibi che mettiamo nel piatto, per poter gustare tutti i piatti della tradizione, limitandoci però ad assaggiare. Tra un pranzo e una cena (o la mattina, prima di imbarcarsi nelle maratone dei pranzi delle feste), ricordarsi di fare un po’ di moto, come una lunga passeggiata. Divertente e utilissimo anche un po’ di ballo tra amici. Infine, anche se sono giorni di festa, in cucina è raccomandabile adottare metodi di cottura sani quali la cottura al vapore, al forno, alla griglia. Le fritture sono certamente golose ma non proprio salutari; da limitare dunque semmai ad un assaggino”.

    Persone con diabete

    “Oltre ai dolci, il consiglio che diamo a queste persone è di ridurre anche il consumo degli zuccheri semplici e cioè di pasta, pane, pizza, patate, polenta e riso, scegliendone magari la versione integrale. Attenzione anche alla frutta ‘zuccherina’, come banane, fichi, uva, cachi, castagne, datteri. Consumare in abbondanza la verdura, cotta o cruda a piacimento, riduce il senso di fame e rallenta l’assorbimento degli altri zuccheri. Bene anche legumi (via libera alle lenticchie a Capodanno!) che, vista la loro composizione amidacea, rappresentano ottimi sostituiti dei piatti a base di cereali e di patate. Se si mangia più del solito è bene aumentare anche l’assunzione di acqua, mentre è consigliabile evitare alcolici e bevande zuccherate”.

    Proposta di menù di Natale per le persone con diabete:

    • Bicchierino con baccalà mantecato e chips di ceci
    • Garganelli integrali con cimette di broccolo romanesco, datterini confit e ragout di gallinella di mare
    • Millefoglie di spigola e topinambur
    • Insalata di valeriana con mele renette e noci
    • Crema di ricotta con gocce di cioccolato fondente su crumble di biscotti integrali

    Persone con ipercolesterolemia

    “In questo caso – ricorda il professor Sesti – il consiglio è di evitare gli alimenti ricchi di grassi animali come carni rosse, insaccati, formaggi stagionati. Sono consentite con moderazione carni magre quali pollo, tacchino, coniglio. Per la colazione, bene il latte e lo yogurt magro o parzialmente scremato; a tavola portiamo solo formaggi magri. Per la cena di vigilia (e non solo), benissimo il pesce, soprattutto quello azzurro e il salmone, ricchi di grassi omega-3. È consigliabile ridurre il consumo di uova (è al tuorlo che bisogna fare attenzione) e a tutto quello che le contiene (pasta all’uovo, omelette e frittatine, dolci, ecc.). E per condire, ottimo l’olio extravergine d’oliva, vero toccasana per il cuore e i vasi; da evitare invece, anche se è festa, l’utilizzo di burro o strutto”.

    Proposta di menù di Natale per le persone con ipercolesterolemia:

    • Salmone affumicato marinato in aneto
    • Paccheri con sugo di polpo
    • Involtini di pesce spada
    • Insalata di arance e finocchio
    • Sorbetto al mandarino

    Persone con ipertensione arteriosa

    “Il principale nemico per le persone ipertese – ricorda il professor Sesti – è il sodio, contenuto non solo nel sale da cucina, ma anche negli insaporitori (il dado), sotto forma di glutammato sodico. È bene fare attenzione non solo al sale aggiunto alle pietanze, ma anche a quello ‘occulto’, presente negli alimenti conservati sotto sale, come merluzzo essiccato e salato, aringhe salate, tonno, acciughe salate, olive e capperi in salamoia; ricchi di sodio sono anche i formaggi stagionati, le salse tipo ketchup e similari, gli insaccati quali pancetta e prosciutto crudo e in generale tutti gli snack usati per l’aperitivo (patatine fritte, mais tostato, arachidi salate, olive, e così via). Anziché usare il sale per cucinare, si possono insaporire i piatti ricorrendo all’uso di spezie, limone, aceto e erbe aromatiche, più gustosi e meno pericolosi”.

    Proposta di menù di Natale per le persone con ipertensione arteriosa:

    • Panzanella con olio al basilico
    • Spaghetti con alici fresche e mollica di pane abbrustolita
    • Millefoglie di orata e patate
    • Insalata di misticanza con pere e noci
    • Tortino di cioccolato con cuore caldo

    Persone con iperuricemia o gotta

    “Per molti non sarà una buona notizia – ammette il professor Sesti – ma se i livelli di acido urico sono fuori controllo e gli attacchi di gotta ricorrenti, sarà necessario evitare vino, alcolici e superalcolici. Chi soffre di gotta deve evitare anche gli alimenti ad alto contenuto di purine, come pesce azzurro, molluschi e frutti di mare. Bene rinunciare anche a interiora, selvaggina, alimenti conservati e dadi da cucina. Sono consentiti invece con moderazione carni e pollame, affettati, legumi e pesce a medio contenuto di purine (spigola, carpa, cernia, luccio, merluzzo, nasello, palombo, sogliola, rombo, trota). Le verdure hanno in generale il semaforo verde, con qualche eccezione però: vanno consumati con moderazione asparagi, spinaci, cavolfiori e funghi. Pane, pasta e riso, il latte e suoi derivati, i formaggi magri e la frutta fresca sono Ok. Infine, anche se si è sopraffatti dai sensi di colpa, una volta archiviate le feste bisognerà evitare digiuni prolungati e diete fortemente ipocaloriche”.

    Proposta di menù di Natale per le persone con iperuricemia:

    • Carpaccio di spigola
    • Orecchiette con cime di rape
    • Rombo in crosta di patate
    • Misticanza con melograno
    • Tortino di ricotta e gocce di cioccolata

    Persone con steatosi epatica

    “Le persone affette da ‘fegato grasso’ – spiega il professor Sesti – devono orientare le scelte gastronomiche verso cibi ad elevato contenuto di fibre e a basso tenore di zuccheri semplici. Anche in questo caso è consigliabile rinunciare a superalcolici e alcolici, compresi vino e birra, e alle bevande zuccherine, ricche di fruttosio. Lo zucchero va limitato in tutte le sue forme e manifestazioni, compreso quello di canna, la marmellata, il miele, dolci, pasticcini, biscotti, e caramelle. Anche in questo caso non dovrebbero trovare posto nel piatto gli alimenti ricchi di grassi saturi come panna, formaggi stagionati, interiora e i condimenti animali (burro, lardo, strutto); gli affettati andrebbero consumati con prudenza e comunque sgrassati. Sono consigliati invece tutti i tipi di pesce, soprattutto il pesce azzurro e il salmone, i legumi e le verdure; il condimento da semaforo verde è l’olio extravergine d’oliva. Sono consentite con moderazione frutta fresca e secca.

    Proposta di menù di Natale per le persone con steatosi epatica:

    • Baccalà mantecato con olio di oliva e crema di ceci
    • Minestra di broccoli e arzilla
    • Filetti di orata in crosta di mandorle
    • Insalatina mista con mele renette e noci
    • Torta al grano saraceno con marmellata di albicocche
  • La SIMI si congratula con il neo ministro della salute Orazio Schillaci

    Roma, 22 ottobre 2022. Il professor Giorgio Sesti, a nome di tutta la Società Italiana di Medicina Interna, della quale è presidente, desidera congratularsi con il professor Orazio Schillaci per la sua nomina a Ministro della Salute.

    “Siamo felici che questo importante dicastero sia guidato da un tecnico di alto profilo, come il professor Schillaci, rettore dell’Università di Tor Vergata dal 2019, presidente dell’Associazione Italiana Medici di Medicina Nucleare e già componente del Comitato Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, nominato dal ministro uscente Roberto Speranza, che la SIMI desidera ringraziare per il lavoro svolto durante questi anni di pandemia di Covid-19”.

  • REPOSI, ‘miniera’ di studi nel campo della medicina interna della SIMI

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    A Roma il 123° congresso della Società Italiana di Medicina Interna SIMI

    Dal 2008 raccolti i dati di oltre 9mila pazienti ricoverati in oltre 100 reparti internistici e geriatrici. Pubblicati finora 70 studi scientifici su riviste internazionali

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  • La SIMI premia le eccellenze della ricerca italiana under 40 con 4 grant da 25 mila euro

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    A Roma il 123° congresso della Società Italiana di Medicina Interna SIMI

    I quattro progetti vincitori dell’edizione 2022 andranno a indagare il ruolo del fegato nell’immuno-metabolismo in corso di sepsi, i meccanismi alla base delle malattie cardiovascolari nei soggetti con diabete di tipo 2, come trattare al meglio il danno renale acuto che può comparire nei pazienti con cirrosi epatica. L’ultimo progetto infine prevede un trattamento sperimentale con staminali da cordone ombelicale nei pazienti con malattia interstiziale polmonare in corso di sclerodermia

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  • LE CELLULE CHE CURANO. ECCO COME TRATTEREMO IL DIABETE DI TIPO 1 E (FORSE) ANCHE LO SCOMPENSO CARDIACO NEI PROSSIMI ANNI

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    A Roma il 123° congresso della Società Italiana di Medicina Interna SIMI

    Curarsi con i ‘farmaci viventi’ non è più un’utopia relegata nel futuro, ma una soluzione che sta acquisendo concretezza di giorno in giorno: le terapie cellulari stanno facendo passi da gigante in vari campi e sono quasi pronte per il prime time della pratica clinica

    Il congresso nazionale della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) ha dunque deciso di dedicare all’argomento una sessione, per tracciare lo stato dell’arte in diversi settori

    Molto avanzati gli studi nel campo del diabete. Un po’ più indietro, ma di grande interesse, quelli sulla ‘rigenerazione’ del cuore. Ne parleranno al congresso nazionale della SIMI il professor Lorenzo Piemonti e il professor Daniele Torella

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  • Terapia dell’obesità. Come si cura oggi, quali farmaci arriveranno nei prossimi mesi e le linee di ricerca del futuro

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    Terapia dell’obesità. Come si cura oggi, quali farmaci arriveranno nei prossimi mesi e le linee di ricerca del futuro: dalla modulazione del microbiota in senso anti-obesità, alla pillola ‘brucia-grasso’

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  • MEDICINA INTERNA: SI APRE L’ERA DEL ‘DEPRESCRIBING’ E DEL ‘LESS IS MORE’

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    A Roma il 123° congresso della Società Italiana di Medicina Interna SIMI

    Gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna sollecitano un’urgente riflessione sul fenomeno della ‘polifarmacia’, cioè sull’eccesso di prescrizione di terapie farmacologiche. In Italia il 66% degli adulti assume oltre 5 farmaci e 1 anziano su 3 oltre 10 farmaci l’anno

    Necessario pensare a linee di indirizzo per guidare i medici non solo alla prescrizione di un farmaco ma anche alla sua ‘de-prescrizione’, cioè a quando e come è opportuno sospenderlo

    Il movimento del ‘lessis more’ ha tra i suoi sostenitori Rita Redberg, direttore della rivista scientifica JAMA Internal Medicine e sta prendendo piede in tutto il mondo

    Se ne parlerà a Roma al congresso nazionale della Società Italiana di Medicina Interna (21-23 ottobre 2022) che prende il via oggi a Roma all’Hotel Rome Cavalieri

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