Pubblichiamo di seguito una nota a firma di Filippo Maselli e Firas Mourad dell’AIFI- Associazione Italiana Fisioterapisti.
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SANITA’. AIFI: VIA IL CONCETTO NUOVE PROFESSIONI SANITARIE DA DDL LORENZIN, E ITER AVANTI
TAVARNELLI: PER ESEMPIO 59% ITALIANI CHIEDE MAGGIORE CHIAREZZA SU OSTEOPATIA
ROMA – “L’osteopatia esiste, non e’ una professione ma una terapia complementare non convenzionale che e’ gia’ applicata da veri professionisti sanitari. Diversa e’ la definizione dell’osteopata come figura professionale, un errore – a questo punto voluto – che continua a commettere il Roi”. Cosi’ il presidente dell’Associazione italiana fisioterapisti, Mauro Tavarnelli, nel contestare alcune dichiarazioni del Registro degli Osteopati d’Italia, secondo cui la disciplina e’ a tutti gli effetti “una professione autonoma con un suo specifico approccio clinico al paziente e un proprio campo di intervento che riguarda la disfunzione somatica, di competenza esclusivamente osteopatica”.
Per Aifi, invece, questa definizione e’ “assolutamente inappropriata” in quanto l’esistenza di linee guida del trattamento osteopatico “non documenta affatto l’efficacia di una terapia, ma elenca delle raccomandazioni che potrebbero anche non essere supportate dalla letteratura scientifica”. Cosi’ come e’ “inaccettabile dichiarare di curare patologie come il reflusso gastroesofageo o la sindrome del colon irritabile”. Serve “maggiore chiarezza sul tema e sull’efficacia dell’osteopatia”, dunque, “una necessita’ avanzata dal 59% degli italiani, come dimostra proprio la recente indagine Roi. E sarebbe anche interessante- aggiunge Tavarnelli- chiedere alle rappresentanze dei medici e dei cittadini se condividono realmente le affermazioni del Roi”.
Per questi e altri motivi, Tavarnelli auspica il rispetto della legge 43/2006, che afferma come “l’individuazione di una nuova professione sanitaria, e non l’istituzione come invece si vorrebbe fare direttamente ora con il ddl Lorenzin, è subordinata a un parere tecnico scientifico espresso da apposite commissioni che operano nell’ambito del Consiglio superiore di sanita’, di volta in volta nominate dal ministero della Salute. Oltretutto- aggiunge il presidente Aifi- la definizione delle funzioni che caratterizzano una nuova professione deve evitare parcellizzazioni o sovrapposizioni con le professioni gia’ riconosciute o con le loro specializzazioni”.
Per Tavarnelli “nulla di tutto cio’ e’ stato rispettato, da quanto accaduto finora nei lavori parlamentari e dichiarato in ogni articolo del Roi, e le sovrapposizioni con le altre professioni sanitarie, in particolare il medico e il fisioterapista, sono palesi”. Alla luce di questi aspetti, l’Aifi rilancia: “Siamo fermamente convinti che serva una urgente regolamentazione delle professioni sanitarie esistenti- spiega il presidente- che attendono da troppi anni un loro pieno riconoscimento per la tutela della salute dei cittadini. Per questo chiediamo uno stralcio del concetto di nuove professioni sanitarie in un altro disegno di legge, in modo tale che si possa esaminare a parte la questione e nel contempo far proseguire l’iter del ddl Lorenzin e la conseguente istituzione degli ordini professionali”.
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Osteopatia, Ministro Lorenzin: osteopata, professione con identità autonoma
Milano, 18 dicembre 2014 – Si è svolto lunedì a Roma, presso la Biblioteca del Senato, il Convegno “I primi 25 anni del ROI: il riconoscimento, la formazione e la ricerca scientifica. Storia di un progetto che ci unisce all’Europa”, organizzato per festeggiare il 25° Anniversario del ROI, il Registro degli Osteopati d’Italia, associazione più rappresentativa del settore in Italia. Il Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin ha fatto pervenire il suo supporto al Registro, rimarcando come il ROI sia stato uno dei principali artefici della crescita dell’osteopatia in Italia, soprattutto in un’ottica di tutela dei pazienti.
“Desidero esprimere il mio apprezzamento per questa importante giornata che, sono convinta, rappresenterà un’occasione unica per ripercorrere le principali tappe della “vita” del Registro degli Osteopati d’Italia e per ricordare il ruolo strategico che lo stesso svolge a garanzia e tutela degli utenti dell’osteopatia – scrive il Ministro Lorenzin in una lettera indirizzata al Presidente del ROI – Di certo, se sono stati compiuti grandi passi nell’ambito di questo settore si deve anche alla Vostra preziosa collaborazione e all’impegno che incessantemente mostrate per rendere migliore la qualità delle prestazione rese e dei servizi erogati.”
Le parole della Lorenzin si inseriscono in un periodo cruciale per il settore che chiede a gran voce di essere regolamentato a partire dal riconoscimento come professione sanitaria autonoma, rafforzando gli obiettivi del Registro nonostante le polemiche sollevate negli ultimi giorni dalle altre professioni sanitarie che temono erroneamente di essere private di spazi.
“Ormai è chiaro a tutti che l’osteopatia non si definisce per un insieme di tecniche come avviene per la medicina manuale, ma è una professione con una identità autonoma con un approccio clinico basato su diagnosi osteopatica, piano di trattamento con tecniche manuali e prognosi osteopatica – ha spiegato Paola Sciomachen, Presidente del ROI – L’osteopatia occupa quello spazio lasciato vuoto dalla medicina allopatica e dalla fisioterapia ed opera fra la patologia e la riabilitazione conseguente alla patologia – ha proseguito – L’osteopatia interviene su tutti quei pazienti che normalmente prendono farmaci per sintomi algici che sono da riferirsi alla manifestazione della disfunzione somatica (non a patologia), sulla quale si può intervenire ristabilendo, con specifici interventi manuali, una armonia fra i sistemi che mantengono lo stato di salute – ha concluso – Per questo noi chiediamo che venga riconosciuto all’osteopata un profilo professionale con competenze, conoscenze e abilità adeguate a svolgere in autonomia una professione sanitaria per la quale si ritiene necessaria una formazione universitaria di cinque anni a ciclo unico.”