Tag: Mercato Immobiliare

  • TCW: Immobiliare, rischi e opportunità negli USA con la diffusione dello smart working

    TCW: Immobiliare, rischi e opportunità negli USA con la diffusione dello smart working


    A cura di Elizabeth J. Crawford, senior portfolio manager fixed income, managing director e co-head of global securitized, TCW


    È probabile che vi siate imbattuti in titoli di giornale che parlano di proprietari di immobili a uso ufficio negli USA che sempre più spesso riconsegnano le chiavi agli istituti di credito a causa di difficoltà nel pagamento dei mutui. Ciò ha sollevato preoccupazioni sull’inasprimento delle condizioni del credito e sul potenziale impatto del rallentamento dell’economia sul settore. Dalla Silicon Valley a Manhattan, le aziende scommettono sul fatto che il lavoro a distanza stia diventando una tendenza permanente, il che rappresenta un grande ostacolo per il mercato degli MBS, i titoli garantiti da mutui commerciali, valutato in 725 miliardi di dollari, in particolare per il settore dei non-agency MBS, che non è sostenuto dal governo federale.


    Negli ultimi tre anni, sulla scia del riassetto del mercato immobiliare commerciale a seguito dalla pandemia da Covid, i cambiamenti nel comportamento dei consumatori e dei lavoratori hanno creato sia opportunità che sfide, che ci ha portato a rivalutare un’ampia gamma di immobili, dai parchi uffici di periferia ai grattacieli del centro, dai centri commerciali ai data center. Il motivo è nella scarsa performance di questi beni: molti immobili non servono più allo scopo per cui sono stati concepiti e devono affrontare sfide significative in termini di valutazione e finanziamento.


    In particolare, abbiamo osservato cali sostanziali nelle valutazioni degli asset. Sebbene i prezzi di vendita siano spesso riportati in metri quadrati, è fondamentale capire che per gli acquirenti questo rappresenta solo il costo di ingresso. Sono necessari ulteriori investimenti per il riposizionamento, la copertura delle tasse, le utenze e altro ancora. Per contestualizzare, è utile un confronto tra il mercato commerciale con quello residenziale. I valori delle case sono rimasti stabili grazie alla prevalenza di mutui con un tasso fisso basso detenuti da molti proprietari di case. Tuttavia, il settore degli immobili commerciali ha subito un forte calo della domanda, in quanto le aziende stanno rivalutando le loro esigenze di uffici nel post-Covid.


    Non crediamo al clamore mediatico sull’idea di riconvertire gli immobili commerciali in spazi residenziali o a uso misto. Non è così facile convertire edifici per uffici in appartamenti, soprattutto i beni obsoleti, con problemi di conservazione storica, e ottenere incentivi dai governi locali. La transizione verso usi più moderni, come i centri dati, rappresenta un’altra sfida per gli uffici tradizionali, ma non tutte le strutture sono adatte a questo tipo di conversione, considerando i limiti strutturali e di costo.


    Nel mezzo di questo cambiamento, stanno emergendo delle opportunità. Il riprezzamento del mercato può offrire un punto di ingresso agli investitori, mentre la biforcazione tra qualità superiore e qualità inferiore si è fatta sentire anche sul mercato primario. Gli immobili di pregio con servizi aggiornati e posizioni privilegiate continuano a suscitare interesse; gli asset più deboli possono diventare obsoleti. Per gli investitori è fondamentale identificare i crediti ad alta convinzione e sfruttare questo periodo di ricerca delle valutazioni più interessanti. Nel considerare gli investimenti futuri, vale la pena di esplorare le proprietà industriali, le unità multifamiliari ben gestite, gli uffici di alta qualità e alcuni segmenti della vendita al dettaglio, come i grandi centri commerciali. Poiché il mercato sta subendo cambiamenti significativi, è essenziale anticipare ulteriori sconvolgimenti e adattarsi alle nuove tendenze.


    Abbiamo adottato una posizione cauta sul mercato degli CMBS, i titoli garantiti da ipoteca commerciale, prevedendo un aumento delle inadempienze, dei declassamenti e delle perdite potenziali
    . Una tendenza significativa del mercato è la netta divisione tra le attività più deboli con una leva finanziaria eccessiva, che stanno affrontando delle sfide, e le attività più forti con una leva finanziaria conservativa, le quali dovrebbero superare meglio la tempesta. Continuiamo a preferire gli immobili che presentano un solido flusso di cassa e un forte profilo di domanda, soprattutto quelli sostenuti da sponsor di alta qualità.


    A livello settoriale, osserviamo una crescente domanda di data center, alimentata principalmente dall’ascesa dell’IA e del cloud computing. Questa rivoluzione tecnologica sta già trasformando settori come la sanità e l’industria manifatturiera, automatizzando le attività amministrative. Nel settore degli immobili industriali, le proprietà di alta qualità continuano a offrire promettenti opportunità di investimento. Sebbene la crescita degli affitti stia subendo una decelerazione, rimane positiva, rendendo questo settore una scelta interessante.


    A livello globale, potremmo assistere alla rinascita di vasti campus tecnologici, con il potenziale per riconvertirli in istituzioni accademiche o di ricerca
    , utilizzando in modo efficiente gli spazi condivisi. Le infrastrutture esistenti si prestano bene alla trasformazione. Sebbene il panorama della vendita al dettaglio sia in fase di transizione a causa della crescente prevalenza dello shopping online, esistono ancora attività rivolte al retail che si distinguono per solide cifre di vendita per metro quadrato. È fondamentale, però, distinguere tra attività fiorenti e quelle in declino.


    Sappiamo che i CMBS e gli MBS si trovano in una fase critica. Man mano che gli sponsor si disfano di asset poco performanti emergono nuove sfide sul fronte della valutazione e del riallestimento degli immobili. Gli investitori devono orientarsi in questo complesso panorama. Le dinamiche in evoluzione offrono opportunità in alcuni settori, mentre presentano difficoltà in altri. Rimanere informati e adattarsi ai cambiamenti sarà la chiave per investire con successo in questo mercato in continua evoluzione.

  • Immobiliare europeo, le occasioni per gli istituzionali tra tassi alle stelle e greenification

    Immobiliare europeo, le occasioni per gli istituzionali tra tassi alle stelle e greenification

    A cura di Giambattista Chiarelli, Head of Institutional di Pictet Asset Management

    22.11.2023

    • La lunga corsa dei tassi di interesse, portati da zero al 4,5% in 18 mesi dalla BCE, con 10 rialzi consecutivi, potrebbe avere un duro contraccolpo sul mercato immobiliare europeo. Il Real estate è il settore che subisce solitamente per ultimo le ripercussioni delle crisi economiche, ma il suo turno potrebbe essere vicino, come dimostrano i dati di mercato.
    • La sostenibilità finanziaria dell’acquisto di una casa è crollata in molti Paesi, a causa dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui, in molti casi triplicati rispetto al 2021.
    • Dall’altra parte il settore è sottoposto a trend secolari destinati a trasformarlo per sempre: la tecnologia, la transizione green, le nuove abitudini sociali acquisite dalla pandemia.
    • La strategia vincente per gli investitori istituzionali che vogliano investire nel Real estate è quella Value-Add: acquistare a sconto, ristrutturare, rivendere (o affittare al valore massimo). Approfittando, laddove possibile, del premio green.

    Le politiche monetarie restrittive hanno causato un rapido aumento dei tassi di interesse in Europa, passati da essere negativi al 4,50% in meno di 18 mesi. Un rialzo che ha avuto un grande impatto sui nuovi mutui immobiliari, ma che ancora non si è trasferito alla maggior parte del mercato del Real estate. Quello immobiliare è tipicamente tra i settori che per ultimi reagiscono agli scossoni dell’economia ed è stato finora sostenuto da prezzi e rendimenti in costante aumento. Tuttavia, il precedente contesto favorevole a tutti i segmenti di questo mercato sembra essere terminato e ci aspettiamo sia seguito da un periodo di maggiore incertezza. In particolare, i rendimenti immobiliari nel prossimo decennio vedranno probabilmente una maggiore dispersione, il che dovrebbe offrire anche maggiori opportunità di generare valore a livello globale.

    Al di là dell’aspetto congiunturale legato ai tassi, il settore è immerso in una serie di cambiamenti secolari che dipendono da tecnologia, demografia e transizione green. Senza considerare che le nuove abitudini di lavoro innescate dalla pandemia si sono rivelate durature, sebbene le preferenze siano differenti da paese a paese. In questo contesto riteniamo che l’adozione di una strategia Value-Add presenti le migliori prospettive per gli investitori istituzionali. “Comprare, aggiustare, vendere” è la premessa generale di un approccio a valore aggiunto per sua natura a rischio più elevato, con rendimenti che dipendono principalmente dalla crescita del valore del bene ottenuta attraverso una gestione fortemente attiva. L’obiettivo di una simile strategia è trasformare l’asset immobiliare in un prodotto Core/Core Plus una volta stabilizzati i flussi di cassa da locazione e assicurato un valore aggiuntivo alla proprietà.

    Il contesto generale: il mercato immobiliare italiano ed europeo

    Nel secondo trimestre 2023, l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entratemostra per il terzo trimestre consecutivo un andamento negativo: le compravendite sono scese del 16%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre quelle del nuovo anno si sono ridotte complessivamente addirittura del 40,9%, registrando un allungamento dei tempi di vendita da 5,5 a 5,8 mesi. Questa contrazione deriva direttamente dal rialzo dei tassi di interesse sui mutui, quasi raddoppiati in un anno e oggi a quota 4,31%; non è un caso che la domanda di mutui sia crollata del 33%. La sostenibilità finanziaria dell’acquisto di una casa è di fatto crollata in molti paesi, a causa dell’incremento dei tassi sui mutui, triplicati rispetto al 2021; discesa che non ha ancora toccato il fondo. Dall’altra parte una crisi immobiliare crea, così come ogni crisi, anche interessanti occasioni di acquisto per gli investitori.

    La strategia Value-Add

    L’attuale contesto del mercato residenziale è ideale per realizzare un approccio di investimento Value-Add. In particolare, gli immobili che meglio si adattano a una strategia a valore aggiunto sono generalmente mal gestiti, hanno problemi di locali sfitti o ritardi e gap per quanto riguarda la manutenzione. Inoltre, dato lo scenario economico, il proprietario potrebbe avere problemi a rifinanziare il debito e/o essere obbligato a vendere asset a sconto sul secondario, finendo così per essere un distressed seller. Una volta identificato l’immobile ‘problematico’, l’investitore intraprende un programma completo di ristrutturazione dell’asset, un vero e proprio cambio strategico, volto a ottenere il massimo valore. L’obiettivo finale è quello di uscire dall’investimento una volta che la proprietà sia stata completamente stabilizzata e il suo valore aumentato in modo significativo.

    È bene sottolineare che un simile approccio presenta anche dei rischi. Il successo della strategia dipende infatti dalla capacità dell’investitore di affrontare efficacemente e rapidamente le problematiche individuate e di riuscire a generare un incremento del valore dell’immobile in tempi stretti. Se l’esecuzione vacilla, esiste il pericolo concreto di dover vendere l’asset con un esito complessivamente negativo. Ciò evidenzia bene il delicato equilibrio tra rischio e rendimento inerente alla strategia Value-Add. Oggi le opportunità di investimento nel settore immobiliare si stanno ampliando, in quanto sta cambiando anche la domanda dell’utente finale. Da un lato, infatti, stiamo vedendo aumentare la richiesta di edifici commerciali e residenziali più efficienti e rispettosi dell’ambiente, mentre dall’altro le nuove tecnologie stanno portando le persone a desiderare ambienti di vita e di lavoro sempre più ibridi. In questo panorama in mutamento i portafogli immobiliari Value-Add offrono senza dubbio un modo per capitalizzare tali opportunità. Questi investimenti, infatti, non solo beneficiano di affitti sicuri e a lungo termine, ma offrono anche il potenziale per aumentare i rendimenti attraverso la ristrutturazione, il riposizionamento o la riqualificazione degli edifici.

    Le nuove opportunità nel Real estate: dalla greenification alla nuova socialità

    La crescente enfasi sulle certificazioni di sostenibilità come BREEAM (Building Research Stabiliment Environmental Assessment Method) e LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) ha creato un notevole green premium nel mercato del Real estate europeo, in particolar modo nei segmenti degli immobili ad uso uffici e residenziale, ma anche nella logistica e nel settore dell’ospitalità.

    Il settore immobiliare svolge oggi un ruolo cruciale per il raggiungimento degli obiettivi net zero, se si pensa che in Europa gli edifici costituiscono il 40% del consumo energetico totale, il 36% delle emissioni di CO2 e più della metà dell’utilizzo di elettricità nella regione; consumi derivanti dal fatto che una buona parte delle strutture presenti sono obsolete (il 40% è stato costruito prima del 1960 e il 90% prima del 1990). Ristrutturare questi immobili è certamente più efficiente che costruirne di nuovi: nel secondo caso, infatti, il processo richiederebbe emissioni di CO2 di tre volte superiori rispetto al primo. Tuttavia, non è la sola spinta del regolatore ad indirizzare il mercato immobiliare Europeo verso un approccio più green, in quanto coloro che investono in edifici con un’elevata certificazione di sostenibilità non solo contribuiscono agli obiettivi ambientali, ma beneficiano anche di costi operativi ridotti grazie al minor consumo energetico e a prezzi di vendita e di affitto più elevati. Il miglioramento dei dati economici riflette in parte il fatto che un numero crescente di investitori istituzionali investe ora solo in edilizia “verde”, creando così un mercato potenziale per qualsiasi ristrutturazione intrapresa dai fondi “Value-Add”. La nostra esperienza nell’ambito della greenification degli immobili può generare inoltre rendimenti da Private Equity.

    Tra i trend di cambiamento in atto nel mercato immobiliare, abbiamo visto anche come la pandemia abbia innescato un crescente disallineamento tra chi affitta gli spazi e chi li utilizza, e tra tipologia di edificio ed esigenze degli occupanti. Gli uffici devono essere più flessibili, orientati ad avere aree comuni più vaste per permettere l’incontro tra persone diverse che frequentano il luogo di lavoro secondo le proprie esigenze. Città medie non lontane dalle capitali (Birmingham, Manchester, Goteborg o Lione) potrebbero in tal senso beneficiare della diffusione dello smart working grazie alla maggiore convenienza che offrono relativamente alle spese di soggiorno, lavoro e viaggio.

    Infine, un altro segmento chiave dove poter sfruttare una strategia a valore aggiunto è quello della logistica di supporto all’e-commerce. Una ricerca condotta da CBRE (CBRE Research, CBRE Econometric Advisors) suggerisce che per ogni incremento di 1 miliardo di dollari delle vendite online sono necessari 116.000 metri quadrati di spazi logistici in più, ma anche meno punti vendita al dettaglio (che cambierebbero così destinazione d’uso). Attraverso un processo di ristrutturazione e di gestione attiva delle proprietà immobiliari, investendo in asset core solidi, la strategia Value-Add Real estate può quindi offrire rendimenti interessanti, un flusso di reddito sostenibile, un contributo a lungo termine al miglioramento delle emissioni e un certo grado di protezione dall’inflazione.