A cura di Jason Bauer, Sector Portfolio Manager, High Yield e Paul Massaro, Head of Global High Yield Team, T. Rowe Price
Le obbligazioni high yield globali hanno registrato una performance ampiamente favorevole in diversi cicli di mercato. Dal 1980, il mercato high yield ha registrato solo sette anni di rendimenti negativi. È ancora più importante il fatto che non ci sono mai stati due anni consecutivi di rendimenti negativi in questa asset class nell’arco di 40 anni.
Figura 1: solo sette anni di rendimenti negativi dal 1980
Fonte: J.P. Morgan Global High Yield Index
Rendimenti elevati e bassi tassi di default
Dopo anni di rendimenti negativi, l’asset class ha registrato in genere anni di guadagni straordinari o diversi anni di rendimenti modesti. Sebbene il rendimento sia certamente un elemento importante nella valutazione di una asset class, è necessario valutare anche la volatilità. Negli ultimi 10 anni, le obbligazioni high yield si sono classificate seconde per rendimento aggiustato per il rischio, solo dopo i prestiti bancari investment-grade. Di conseguenza, riteniamo che gli investitori siano stati equamente compensati per il maggiore rischio che si sono assunti investendo in credito inferiore al livello investment grade. Sebbene il contesto macro resti difficile per gli asset di rischio, i fondamentali dell’high yield continuano a resistere. Dalla crisi finanziaria globale, le nuove emissioni del mercato high yield sono state dominate dai rifinanziamenti, in quanto gli emittenti hanno sfruttato i tassi di interesse storicamente bassi. Il tasso di insolvenza dei titoli high yield è aumentato marginalmente, passando all’1,6% nel giugno 2023 dallo 0,8% del dicembre 2022, ma rimane ben al di sotto della media di lungo periodo del 3%.
Perché investire nell’high yield in questa fase
Utilizzando l’indice Credit Suisse High Yield come riferimento, si nota che il mercato high yield è cresciuto notevolmente in termini di qualità del credito rispetto alla crisi finanziaria globale. Nel 2007, solo il 37% dell’indice aveva almeno un rating BB; oggi la percentuale è di circa il 60%. Grazie anche al volume record di fallen angels, pari a 240 miliardi di dollari, che entrerà nell’high yield nel 2020, la società media del mercato high yield ha una maggiore capitalizzazione di mercato e genera più free cash flow oggi rispetto a prima della crisi finanziaria. Pertanto, riteniamo che l’asset class sia in una posizione di forza in caso di indebolimento delle prospettive economiche.
Inoltre, la volatilità dei tassi e degli spread creditizi dal primo trimestre del 2022 ha portato a rendimenti interessanti e a sconti sul dollaro che non si vedevano dai tempi della crisi finanziaria mondiale, attribuiti a un inasprimento quantitativo senza precedenti e ai relativi timori di recessione. Al 30 giugno 2023, il rendimento peggiore all’interno dell’indice J.P. Morgan Global High Yield era superiore al 9%. Si tratta di un livello ben superiore alla media del 6,86% osservata negli ultimi 10 anni.
Infine, sebbene non sia possibile prevedere i rendimenti futuri sulla base dei rendimenti attuali, possiamo utilizzare la storia come punto di riferimento per capire quando il mercato high yield ha avuto livelli di rendimento simili e quali sono stati i rendimenti successivi. Dal 2012, il mercato high yield ha superato la soglia del 9% di rendimento cinque volte.