La Guardia di Finanza di Torino, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha portato a termine un’importante operazione a difesa del made in Italy nel settore agroalimentare. L’indagine, denominata “Via dei semi”, ha svelato un sistema fraudolento di vendita di sementi da orto, tra cui pomodoro, peperoncino e fagiolini, di origine estera ma falsamente commercializzate come italiane.
Le perquisizioni hanno interessato diversi siti, in particolare in provincia di Torino e Piacenza, dove sono state sequestrate 263 tonnellate di sementi già confezionate in quasi 2 milioni di buste con etichette ingannevoli. Questi imballi riportavano immagini, segni e nomi che richiamavano falsamente la provenienza italiana, tra cui il pomodoro San Marzano e il fagiolino stortino di Trento.
Il cuore dell’indagine
L’attività investigativa ha fatto emergere una filiera consolidata: le sementi provenivano principalmente da Cina, India, Ungheria e Tanzania. Venivano confezionate presso un sito produttivo piacentino, utilizzando simboli come la bandiera italiana e denominazioni di prodotti tradizionali, senza alcun reale legame con le produzioni italiane. Gli investigatori hanno stimato un controvalore dei prodotti sequestrati di oltre 38 milioni di euro.
Sono stati inoltre sequestrati 29 macchinari industriali utilizzati per il confezionamento delle sementi. Questi macchinari venivano impiegati per creare confezioni pronte per il mercato nazionale, aumentando il rischio di frodi agroalimentari e danneggiando la reputazione delle vere produzioni italiane.
Verso una tutela più stringente del made in Italy
L’operazione si pone non solo come azione repressiva ma anche preventiva. Uno degli obiettivi è promuovere la trasparenza nelle modalità di confezionamento, obbligando gli operatori a indicare chiaramente la vera origine delle sementi. Questo passo è cruciale per proteggere sia i consumatori che gli imprenditori onesti, garantendo una corretta informazione e tutelando il mercato italiano da pratiche ingannevoli.
Nonostante l’importante risultato, va ricordato che le persone coinvolte restano presunte innocenti fino a prova contraria, come garantito dal sistema giudiziario italiano.