Sfida a colpi di dollari: il bilancio (squilibrato) del commercio USA-Cina

Nel 2023 il deficit commerciale americano con la Cina ha superato i 279 miliardi: un segnale d’allarme, ma anche un’opportunità per l’export europeo

Commercio USA-Cina: numeri da capogiro, squilibri profondi

Secondo il Centro studi di Unimpresa, nel 2023 il commercio bilaterale di beni tra Stati Uniti e Cina ha raggiunto i 575 miliardi di dollari. Un dato imponente, che racconta più di mille parole sul legame economico tra le due superpotenze. Tuttavia, sotto questa cifra colossale si nasconde un deficit commerciale per gli USA pari a 279 miliardi, il 40% dell’intero disavanzo americano.

Le importazioni dalla Cina hanno toccato quota 427 miliardi, mentre le esportazioni verso Pechino si sono fermate a 148 miliardi. Nonostante dazi, restrizioni e retorica politica, la Cina resta il secondo partner commerciale degli USA.

Dietro le cifre: interdipendenza, rivalità e squilibri

Lo squilibrio commerciale tra USA e Cina non è nuovo, ma resta strutturale. Gli Stati Uniti continuano a dipendere dalla componentistica elettronica, dai beni di consumo a basso costo e da una produzione industriale cinesecompetitiva.

Al contrario, le esportazioni americane – composte da aeromobiliprodotti agricolisemiconduttori e macchinari – non riescono a colmare il divario, anche a causa di barriere regolamentari e una strategia cinese di autosufficienza industriale.

La cosiddetta “decoupling economy”, evocata da molti analisti politici, fatica a tradursi in pratica. Le catene globali del valore restano saldamente interconnesse, e le imprese americane non possono (ancora) rinunciare al mercato cinese.

Friend-shoring e nuove rotte: la chance per il made in Italy

Il contesto potrebbe però offrire nuove opportunità all’export europeo e in particolare al made in Italy. Secondo Unimpresa, la riallocazione delle catene del valore – motivata dal bisogno di ridurre la dipendenza da fornitori cinesi – potrebbe aprire spazi nei settori ad alto valore aggiunto:

  • agroalimentare
  • meccanica di precisione
  • design e moda
  • farmaceutico

Tuttavia, l’Italia dovrà sapersi muovere con intelligenza diplomatica ed economica, evitando di rimanere intrappolata in logiche di blocco tra USA e Cina.

L’Europa deve giocare la sua partita

Il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, sottolinea che l’Unione Europea dovrà dotarsi di una linea autonoma e coerente nella politica commerciale, per proteggere la competitività industriale dei Paesi membri.

Per l’Italia si tratta di un nodo concreto di politica industrialediplomazia economica e strategie di mercato: scegliere bene con chi commerciare e come farlo sarà fondamentale per non subire gli effetti collaterali di un nuovo ciclo di dazi e contro-dazi.

Crisi o occasione?

Il disavanzo commerciale USA-Cina è la fotografia di un mondo dove interdipendenza e rivalità si mescolano. Ma in questa tensione globale, si aprono spazi per chi saprà coglierli. E per il made in Italy, la sfida è appena cominciata.

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