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Sci: rischio fratture aumenta con sci carver e scarsa preparazione atletica

medico
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microchirurgia

Madesimo (Sondrio), 22 dicembre 2014 – “Con i moderni sci sciancrati e gli snowboard, è allarme fratture per i cosiddetti “sciatori della domenica”; da chirurgo ortopedico il mio consiglio è: smettete appena vi sentite stanchi, per non rischiare incidenti a volte purtroppo anche gravi.” È l’accorato appello lanciato dal prof Norberto Confalonieri, primario di CTO (Centro Traumatologico Ortopedico) degli ICP (Istituti Clinici di Perfezionamento) di Milano, nonché fondatore del Pronto Soccorso di Madesimo (Sondrio), a fianco della pista di pattinaggio sul ghiaccio, altro grande produttore di traumi.

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Secondo il prof Confalonieri, sono davvero allarmanti le statistiche del nosocomio di Madesimo negli ultimi anni, che hanno registrato una media di 350 accessi per infortuni sugli sci o snowboard, a stagione. Di questi, il 74% è stato causato da cadute accidentali; mentre addirittura il 22% per collisione in pista tra persone; 2% a causa di collisioni con un ostacolo fermo; 2% per infortunio a seguito di cadute dal’impianto di risalita.

CLASSIFICA DEI DANNI DA SCI E SNOWBOARD – I moderni sci sono più facili da condurre rispetto ai vecchi sci alpini. Ma proprio per questo sono potenzialmente pericolosi soprattutto per i cosiddetti “sciatori della domenica” che in questo periodo stanno invadendo le piste da sci, senza però la dovuta preparazione atletica pre-sciistica e tecnica. Gli sci curvano meglio ma, spesso, troppo presto e, se non si sanno controllare, diventano un problema per le ginocchia e per gli altri che passano vicino.
Infatti, i danni ai vari distretti corporei di coloro che sono coinvolti in incidenti sugli sci, vedono al primo posto gli arti inferiori (soprattutto ginocchia e legamenti crociati) i più coinvolti in assoluto (52% incidenti con gli sci, 23% con gli snowboard); seguiti al secondo posto dai danni agli arti superiori specie fratture e lacerazioni a braccia e mani (16% sci, 45% snowboard). I danni al cranio ed al viso risultano al terzo posto (14% sci, 13% snowboard); chiudono le ferite e fratture a torace, addome, o bacino (7% sci; 11% snowboard).

CLASSIFICA DELLE LESIONI DA SCI E SNOWBOARD – Ma quali sono le lesioni maggior frequenti? Al primo posto troviamo le “distorsioni” (36% sci; 18% snowboard); al secondo posto ci sono le “contusioni” (26% sci, 32% snowboard); al terzo posto troviamo le “fratture” (12% sci, 24% snowboard). Seguono poi “lussazioni” (7% sci; 12% snowboard); e “ferite” vere e proprie (8% sci e 8% snowboard).

L’aumento delle collisioni, in pista, è il dato più allarmante. E’ un fatto irreversibile, dovuto ai moderni impianti di risalita: 20 anni fa un impianto trasportava 300/400 persone all’ora; oggi arriviamo a 2.000/2.500 sciatori. Tutte queste persone le ritroviamo, inevitabilmente, sulle piste. Da qui la necessità di un’educazione maggiore dello sciatore che deve avere rispetto degli altri. Perciò moderare la velocità, imparare a controllare gli sci e mantenere una distanza di sicurezza nei sorpassi.

“Una categoria particolarmente problematica – prosegue Confalonieri – è quella degli sciatori con protesi di ginocchio, che debbono stare più attenti di altri ad incidenti e cadute sugli sci”. Lo sci è uno sport di scivolamento, e per questo poco usurante per l’articolazione del ginocchio, anche se è stato sottoposto a sostituzione con impianto protesico. Però l’infortunio provoca danni maggiori, la protesi subisce delle torsioni che, in breve, la danneggiano, richiedendo un nuovo e più delicato intervento di sostituzione.

“Non solo – conclude Confalonieri – se la caduta dagli sci è ad alta energia cinetica e l’osso, come spesso accade a causa dell’età, è interessato da osteoporosi che ne indebolisce la struttura, si può fratturare subito al disopra o al disotto della protesi. Una evenienza che richiede un difficile intervento di sintesi dell’osso con chiodi e placche metalliche per salvare l’impianto protesico. Da medico, perciò, il mio consiglio a tutti gli sciatori è soprattutto uno: prepararsi al gesto sportivo, sia fisicamente che tecnicamente e smettere di sciare non appena vi sentite stanchi, meglio una discesa in meno piuttosto che rischiare di rovinarsi le vacanze, o peggio.”

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