La sentenza attesa da anni scuote Lecce
Dopo più di un decennio, il processo sulle assegnazioni truccate degli alloggi popolari a Lecce si è concluso con dodici condanne. Il verdetto è arrivato nel tribunale del capoluogo salentino, chiudendo un’inchiesta iniziata nel lontano 2012. Al centro dello scandalo, una rete composta da ex assessori, dirigenti comunali e cittadini compiacenti.
Politica e corruzione: una dinamica tossica
Secondo quanto emerso dalle indagini, i funzionari comunali avrebbero favorito determinate assegnazioni di case popolari in cambio di promesse di voto o regali. I beneficiari, in alcuni casi, erano disposti a tutto pur di ottenere un’abitazione. Le accuse hanno messo in luce un meccanismo clientelare che per anni ha minato la fiducia nelle istituzioni locali.
Le condanne più pesanti
Tra i condannati spiccano nomi noti della politica locale. Luca Pasqualini, all’epoca dei fatti assessore comunale, è stato condannato a 5 anni di reclusione. Per Attilio Monosi, anche lui ex assessore, la pena è di 3 anni e 6 mesi. Le altre condanne riguardano dirigenti tecnici e funzionari accusati di aver collaborato alla manipolazione delle graduatorieper favorire amici e sostenitori politici.
Un sistema che tradisce i più deboli
Quello che più colpisce è l’impatto sociale della vicenda: chi aveva davvero bisogno di una casa è stato messo da parte per fare spazio a un gioco di potere e favoritismi. La fiducia dei cittadini più fragili è stata tradita in uno dei settori più delicati: il diritto all’abitazione.
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