A cura di Libby Cantrill, Head of US Public Policy di PIMCO
Cosa sta succedendo? Nelle scorse settimane siamo giunti a valutare con maggiore probabilità uno shutdown del governo statunitense in ottobre. Ironia della sorte, il declassamento del debito statunitense da parte di Fitch da AAA a AA+ aumenta le probabilità di una chiusura del governo in autunno. Questo perché il downgrade probabilmente non farà altro che irrigidire le posizioni dei repubblicani alla Camera che spingono per tagli alla spesa più significativi di quelli concordati nella legge bipartisan sul tetto del debito. Naturalmente, uno shutdown del governo sarebbe ironico, dato che parte del motivo del declassamento di Fitch è rappresentato da “stalli politici” come uno shutdown del governo.
Ma, ma, ma: Sebbene uno shutdown abbia impatti economici a breve termine, questi sono in genere di breve durata e si annullano alla riapertura del governo. Detto questo, uno shutdown potrebbe coincidere con una fragorosa caduta dal punto di vista dell’economia e potrebbe potenzialmente esacerbare un periodo già incerto, che vedrà la ripresa del pagamento dei prestiti agli studenti per (si stima) 45 milioni di beneficiari di prestiti studenteschi, nonché un’imposta federale per molti contribuenti che non hanno dovuto pagare le tasse del 2023 perché abitanti in zone disastrate a causa di emergenza. Probabilmente vedremo anche l’impatto concreto della stretta creditizia da parte delle banche regionali, oltre a una Fed dipendente dai dati.
E ancora: anche se il governo dovesse chiudere e i repubblicani alla Camera riuscissero a ottenere i tagli che desiderano, ciò non cambierebbe di molto la traiettoria fiscale, poiché per farlo sarebbe necessario riformare le agevolazioni (che l’anno scorso hanno rappresentato il 66% del bilancio), cosa che al momento non è possibile fare.
In conclusione: Al loro ritorno a settembre, la Camera e il Senato hanno 12 giorni legislativi per approvare 11 disegni di legge sugli stanziamenti. Sebbene il Senato sia in condizioni migliori, avendo approvato quasi tutti i 12 disegni di legge sugli stanziamenti fuori dalla commissione (e quasi tutti all’unanimità), semplicemente non ci sarà tempo per conciliare le differenze tra i disegni di legge approvati dalla Camera e quelli del Senato. In genere, una “continuing resolution” verrebbe utilizzata come misura provvisoria per finanziare il governo secondo gli attuali livelli e guadagnare tempo. Tuttavia, è improbabile che i repubblicani alla Camera, in particolare il Caucus della Libertà della Camera, sostengano questa misura, poiché vedono maggiori opportunità politiche nel sostenere il rigore fiscale e il potenziale shutdown. Tuttavia, se quest’ultimo dovesse verificarsi, riteniamo che probabilmente si concluderebbe entro il 1° gennaio, ovvero la reale scadenza per il finanziamento del governo. Se per quella data non saranno stati approvati i disegni di legge sugli stanziamenti “regolari”, entrerà in vigore un sequestro trasversale dell’1%, come parte dell’accordo sul tetto del debito.