
Milano, 4 marzo 2025 – L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è al centro di un acceso dibattito internazionale dopo l’annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di voler ritirare il proprio paese dall’ente. La possibilità che altre nazioni seguano questa direzione preoccupa la comunità scientifica, che avverte del rischio di indebolire la cooperazione sanitaria globale in un’epoca in cui le malattie non conoscono confini.
Nonostante alcune criticità nella gestione e nella burocrazia interna, l’OMS rimane un pilastro insostituibile per il monitoraggio epidemiologico, la gestione delle emergenze sanitarie e il supporto ai Paesi in via di sviluppo. L’uscita di una grande potenza come gli Stati Uniti potrebbe compromettere la raccolta di dati essenziali per contrastare epidemie come l’influenza stagionale, con potenziali conseguenze su scala mondiale.
Il ruolo insostituibile dell’OMS nella salute globale
L’OMS svolge una funzione chiave nel mantenere sotto controllo l’andamento delle malattie infettive e nel coordinare le risposte sanitarie globali. Anche in periodi privi di emergenze sanitarie di vasta scala, l’organizzazione garantisce:
- Sorveglianza epidemiologica per rilevare e segnalare tempestivamente nuove minacce per la salute pubblica.
- Coordinamento internazionale nella gestione di crisi sanitarie come epidemie e pandemie.
- Supporto ai sistemi sanitari dei paesi più poveri, fornendo vaccini, medicinali e assistenza tecnica.
- Ricerca e sviluppo di strategie per combattere malattie come malaria, tubercolosi e HIV.
Soprattutto nei Paesi a basso reddito, dove le strutture sanitarie sono fragili, la presenza dell’OMS è fondamentale per prevenire la diffusione di malattie e garantire cure alla popolazione.
L’impatto della decisione americana e i rischi per la salute pubblica
Il primo effetto tangibile della decisione statunitense si è già manifestato: gli USA hanno smesso di condividere con l’OMS i dati epidemiologici sull’influenza stagionale. Questo interrompe una collaborazione cruciale all’interno del Sistema globale di sorveglianza e risposta all’influenza (GISRS), un network di 151 laboratori in 127 paesi che analizza le variazioni dei virus influenzali per la formulazione dei vaccini annuali.
Secondo il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e docente presso l’Università di Milano, la mancanza dei dati americani rappresenta una perdita scientifica significativa. Senza queste informazioni, il rischio è quello di sviluppare vaccini meno efficaci, con ripercussioni non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo.
Critiche e necessità di riforme, ma l’OMS resta imprescindibile
È innegabile che l’OMS presenti delle problematiche, tra cui una burocrazia spesso inefficiente e la necessità di maggiore trasparenza nei processi decisionali. Tuttavia, come sottolinea il professor Pregliasco, sarebbe un errore minarne il ruolo:
“Dire che l’OMS sia inutile e annunciare di volerne uscire significa mettere a rischio la salute di tutti. Le critiche ci sono, ma il suo operato è stato fondamentale in molte occasioni, dalla gestione del Covid-19 al controllo delle epidemie in Africa. Affrontare una pandemia senza coordinamento globale è impensabile.”
La cooperazione internazionale è essenziale per affrontare le sfide sanitarie del futuro. Senza un organismo sovranazionale, il rischio è quello di affrontare le emergenze in maniera disorganizzata, con conseguenze devastanti.
Il dibattito è aperto: il tuo parere conta!
Cosa ne pensi della proposta di uscita dall’OMS? Ritieni che l’organizzazione debba essere riformata o che il suo ruolo sia ancora fondamentale per la salute globale? Lascia un commento qui sotto e partecipa alla discussione.
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