L’economia statunitense resta sorprendentemente solida, con una crescita eccezionale dei posti di lavoro e un tasso di disoccupazione quasi ai minimi del ciclo a metà anno.
Tuttavia, già nel 2014, l’allora presidente della Fed Janet Yellen commentava il mercato del lavoro poco brillante degli anni 2010, affermando che “il tasso di dimissioni tende ad essere pro-ciclico, poiché un maggior numero di lavoratori abbandona volontariamente il proprio posto di lavoro quando ha più fiducia nella propria capacità di trovarne uno nuovo e quando le aziende competono più attivamente per le nuove assunzioni”.
Ebbene, secondo i dati pubblicati questa settimana, a maggio le dimissioni negli Stati Uniti sono tornate a crescere e il tasso di abbandono del posto di lavoro è nettamente superiore rispetto ai due cicli precedenti, il che suggerisce che l’attuale espansione può avere ancora un certo margine di manovra, nonostante le frequenti previsioni di flessione.
Come spiegato dalla presidente Yellen, le dimissioni sono il sintomo di un mercato del lavoro solido, di una domanda vivace e di problemi di crescita salariale ben diversi da quelli a cui abbiamo assistito nel 2014.
Quindi, anche se i nuovi dati significano che la Fed probabilmente cercherà di ammorbidire le condizioni del mercato del lavoro per portare domanda e offerta “in maggiore equilibrio”, non si può fare a meno di riflettere sulle buone notizie contenute nei dati.