L’indagine Coface rivela un’impennata dei ritardi ultra-lunghi e un clima di crescente sfiducia tra le imprese della regione Asia-Pacifico
Le imprese asiatiche si preparano a tempi difficili
Secondo l’indagine Coface 2025 sui pagamenti in Asia, l’incertezza economica e le tensioni geopolitiche stanno creando un clima preoccupante per le imprese dell’area Asia-Pacifico. Più della metà delle aziende intervistate teme un peggioramento dei comportamenti di pagamento, con un 40% che ha già sperimentato ritardi ultra-lunghi (ULPD), ovvero pagamenti sospesi da oltre 180 giorni e superiori al 2% del fatturato annuo.
I dati, raccolti su un campione di 2.400 imprese operanti in 13 settori e 9 mercati tra cui Cina, India, Malesia e Giappone, mostrano una crescente difficoltà di liquidità che potrebbe peggiorare nella seconda metà dell’anno.
Tempi di pagamento leggermente più lunghi, ma rigidi
Nel 2024, i termini medi di pagamento sono saliti a 65 giorni, un giorno in più rispetto al 2023. Tuttavia, restano inferiori alla media quinquennale pre-pandemica (69 giorni). I settori più colpiti dall’allungamento dei termini sono l’automotive, il tessile e il chimico, dove la concorrenza spinge verso pratiche più flessibili per attrarre clienti.
Nonostante ciò, due aziende su tre prevedono una stretta creditizia nei prossimi mesi, segno di una maggiore prudenza per tutelare la propria liquidità in un contesto instabile.
Ritardi ultra-lunghi ai massimi storici
Sebbene il ritardo medio di pagamento sia rimasto stabile a 65 giorni, il numero di imprese che subisce ritardi ultra-lunghi è aumentato vertiginosamente. Si è passati dal 23% del 2023 al 40% nel 2024. In Cina, India, Malesia e Thailandia si registrano i peggiori indicatori.
Secondo Coface, l’80% di questi ritardi non verrà mai saldato, con impatti devastanti soprattutto nei settori del legno, dell’agroalimentare e dell’automotive, che hanno visto i maggiori incrementi.
Prospettive economiche al ribasso
L’analisi di Coface prevede un PIL asiatico in crescita solo del 3,8% nel 2025, con segnali di allarme già evidenti. Il 33% delle aziende intervistate prevede un deterioramento dell’attività economica, contro il 16% dell’anno precedente. I mercati più pessimisti sono Taiwan e Singapore, dove oltre il 40% delle imprese prevede una contrazione.
Le imprese si attrezzano per il peggio
“La crescita dell’Asia si è già indebolita nel 2024 e l’instabilità geopolitica rischia di prolungare questa fase critica” afferma Bernard Aw, Chief Economist per l’Asia-Pacifico. Il quadro è aggravato dall’aumento dei dazi e dalla volatilità delle politiche commerciali, che rendono imprevedibili gli investimenti.
Secondo Ernesto De Martinis, CEO per Mediterraneo & Africa di Coface, è fondamentale che le aziende asiatiche rafforzino le misure di gestione del rischio e proteggano i propri flussi di cassa, adottando strategie di prevenzione più stringenti.
Domande e risposte
1. Cosa sono i ritardi di pagamento ultra-lunghi (ULPD)?
Ritardi superiori a 180 giorni e che eccedono il 2% del fatturato annuo.
2. Perché gli ULPD sono preoccupanti per le imprese?
Perché l’80% di questi ritardi si trasforma in insolvenza definitiva.
3. Quali settori sono più colpiti?
Legno, agroalimentare e automotive hanno registrato gli incrementi maggiori.
4. Perché aumentano i tempi di pagamento?
Per la crescente concorrenza, soprattutto nei mercati automobilistici e tessili.
5. Quali Paesi presentano i maggiori rischi di ritardo?
Cina, India, Malesia e Thailandia.
6. Come stanno reagendo le imprese?
Prevedono termini più brevi e una gestione del credito più prudente.
7. Quali sono le previsioni per il 2025?
Un rallentamento del PIL asiatico al 3,8% e peggioramento dei comportamenti di pagamento.
8. Qual è il ruolo dei dazi e delle politiche commerciali?
Aumentano l’incertezza economica e frenano gli investimenti.
9. Cosa consiglia Coface?
Monitorare il rischio e adottare misure preventive per preservare la liquidità.
10. L’andamento è uniforme in tutta l’Asia?
No, i livelli di rischio variano da Paese a Paese e da settore a settore.
Lascia un commento