Unimpresa sostiene l’apertura del ministro Giorgetti: la pace fiscale non è un condono, ma uno strumento equo per distinguere tra evasione e sopravvivenza
Il messaggio di Unimpresa: la pace fiscale come risposta al caos tributario
Unimpresa alza la voce sul fronte fiscale con parole chiare e incisive. Manlio La Duca, consigliere nazionale dell’associazione, plaude alle recenti dichiarazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, favorevole all’introduzione di una pace fiscale mirata e ragionata nella prossima legge di bilancio. Un segnale non solo politico, ma etico e realistico, che punta a distinguere finalmente tra evasione dolosa e incapacità oggettiva di adempiere agli obblighi fiscali.
Piccoli imprenditori schiacciati: non confondiamoli con gli evasori seriali
Dopo la pandemia, l’inflazione e l’attuale stretta creditizia, molte microimprese, artigiani e lavoratori autonomi si trovano in una vera e propria emergenza finanziaria. Trattarli come i grandi elusori significa ignorare la loro condizione reale. Secondo Unimpresa, è giunto il momento di costruire un modello fiscale basato sulla capacità contributiva reale. Questo non vuol dire aprire a condoni generalizzati, ma realizzare un processo selettivo e trasparente che permetta il rientro regolare nel sistema.
I numeri che giustificano la riforma: crediti inesigibili e pressione fiscale record
La fotografia è impietosa: su oltre 1.100 miliardi di euro di crediti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, solo il 6% è effettivamente esigibile. Inoltre, oltre il 70% dei debitori ha carichi inferiori a 30.000 euro, spesso gonfiati da sanzioni e interessi. Un macigno che soffoca le attività e paralizza la macchina amministrativa, senza portare benefici reali all’erario.
L’evasione di sopravvivenza cresce: oltre mezzo milione di imprese rinunciano
Nel 2024, più di 580.000 microimprese hanno rinunciato a mettersi in regola per mancanza di liquidità. Il credito bancario resta un miraggio: nel primo trimestre 2025 i tassi sui prestiti alle PMI hanno toccato il 5,2%. È in questo contesto che la pace fiscale si configura come una necessità sistemica, non un favore ai furbi.
Sanzioni e interessi record: un sistema che spinge all’inadempienza
Il sistema sanzionatorio italiano è tra i più punitivi d’Europa: interessi di mora al 6,5% e sanzioni fino al 240%dell’imposta non versata. Il risultato? Oltre 17 milioni di contribuenti con almeno una cartella esattoriale pendente, e più della metà di questi carichi bloccati da oltre 5 anni.
Rimettere in moto l’economia (e la fiducia)
Per Unimpresa, la pace fiscale non è un colpo di spugna, ma uno strumento intelligente per alleggerire il carico amministrativo dello Stato, recuperare gettito in modo sostenibile e soprattutto rafforzare la fiducia tra cittadini e istituzioni. Perché uno Stato che dialoga e aiuta è uno Stato che riparte.
Domande e risposte
1. Cos’è la pace fiscale proposta da Unimpresa?
È una misura selettiva e mirata per consentire ai contribuenti in difficoltà di regolarizzare la propria posizione fiscale.
2. La pace fiscale è un condono?
No, è uno strumento equo che distingue tra evasione volontaria e difficoltà oggettive.
3. Chi potrebbe beneficiarne?
Piccole imprese, artigiani e lavoratori autonomi con debiti fiscali inferiori a 30.000 euro.
4. Qual è il problema con il sistema attuale?
Ha sanzioni e interessi sproporzionati che alimentano l’inadempienza cronica.
5. Quanto sono esigibili i crediti fiscali in Italia?
Solo il 6% degli oltre 1.100 miliardi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
6. Qual è la pressione fiscale sulle PMI?
Supera il 60%, secondo i dati del Centro studi di Unimpresa.
7. Perché la proposta di Giorgetti è importante?
Perché apre a una gestione più umana, efficace ed economicamente sostenibile del fisco.
8. In che modo aiuta lo Stato?
Riduce i costi di gestione dei crediti inesigibili e recupera gettito.
9. Come si distinguono gli evasori dai contribuenti in difficoltà?
Attraverso dati oggettivi e analisi della capacità contributiva reale.
10. Quando potrebbe entrare in vigore?
Se inclusa nella legge di bilancio, potrebbe essere operativa già dal 2026.
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