Reggio Calabria – Un’indagine condotta dalle Fiamme Gialle ha portato al sequestro di beni e all’interdizione di un primario dell’ospedale di Locri, accusato di peculato, truffa ai danni dello Stato, e false attestazioni. L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Locri e diretta dal Procuratore Giuseppe Casciaro, sottolinea gravi irregolarità nella gestione delle risorse sanitarie.
Le indagini, tuttora in corso, hanno rivelato che il medico avrebbe sottratto un ecografo destinato al reparto ospedaliero per fini privati, utilizzandolo in studi medici senza autorizzazione. Nonostante il contratto di lavoro esclusivo con l’ASP di Reggio Calabria, l’indagato avrebbe dichiarato falsamente di essere in servizio presso l’ospedale per ricevere compensi aggiuntivi, tra cui l’indennità di esclusività.
Gli sviluppi dell’indagine
Durante l’intervento delle forze dell’ordine, il primario è stato sorpreso in flagranza mentre visitava un paziente in uno studio privato utilizzando l’apparecchiatura sottratta. Inoltre, in almeno un caso, avrebbe rifiutato di intervenire in un’emergenza ospedaliera, nonostante fosse di turno.
Le somme percepite indebitamente ammontano a 40.532 euro, tra compensi per prestazioni aggiuntive e indennità di esclusività. Il G.I.P. del Tribunale di Locri ha quindi disposto una misura interdittiva che vieta al medico di esercitare la professione per 12 mesi.
L’impegno per la tutela del Servizio sanitario
L’operazione sottolinea il ruolo della Procura di Locri e della Guardia di Finanza nel combattere gli illeciti contro il Servizio sanitario nazionale, garantendo la tutela delle risorse pubbliche e dei cittadini più vulnerabili.
La vicenda è ancora nella fase preliminare e la responsabilità dell’indagato potrà essere accertata solo con una sentenza definitiva.