Home Rubriche libri Michela Tanfoglio ci racconta “PICASSO – La Mala Arte”

Michela Tanfoglio ci racconta “PICASSO – La Mala Arte”

Pubblicità
Condividi

Oggi vi parliamo di “PICASSO – La Mala Arte” (La Corte Editore) il libro di Michela Tanfoglio, agente letterario, editor e scrittrice. A cinquant’anni dalla morte del Maestro, uno straordinario ritratto dell’uomo che ha rivoluzionato la Storia dell’Arte, tra le tinte accese delle sue ardenti passioni e le ombre fosche dei suoi lati più oscuri. L’autrice vi farà conoscere Picasso in tutte le sue sfaccettature, attraverso un’attenta e documentata ricostruzione, potrete entrare nella vita del più grande artista del XX secolo, scoprendo i sentimenti e le ossessioni che ha saputo trasformare in opere immortali.

Grazie Michela per aver accettato di rispondere ad alcune domande per i lettori di Italia News. Come è nato il tuo amore per i libri? Cosa ti ha spinto a diventare agente letterario, editor e scrittrice?

Pubblicità

Grazie a voi per questa splendida opportunità. Credo di esserci nata tra i libri. Genitori che studiavano sempre, lunghi dibattiti, poca televisione, libri ovunque, famiglia con molteplici interessi… Gente tosta, generazioni severe, sì, ma mi hanno raddrizzata fin dall’inizio. Se concludo qualcosa di buono è grazie a loro. L’amore per lo studio, la disciplina e il senso di sé si impara così: con l’esempio. La mia è solo fortuna.

Parliamo del tuo nuovo libro dal titolo “PICASSO – La Mala Arte”. Come è nata l’idea di scriverlo? Qual è stato il punto di partenza nel processo di scrittura?

Tutto nasce dal fatto che io vivo per quattro grandi passioni, una di queste è l’arte. Così, un giorno, tra una chiacchiera e l’altra con il mio editore Gianni La Corte, salta fuori che l’anno successivo sarebbero stati cinquant’anni dalla morte di Picasso. Iniziammo a discutere della cosa e lui mi propose una biografia romanzata, che però rifiutai: non me la sentivo. Allora feci una contro proposta: un saggio biografico alla Petacco, e gli donai una copia di Eva e Claretta – Le amanti del diavolo (Arrigo Petacco – Oscar Mondadori). Una stretta di mano, qualche firma e i lavori di ricerca ebbero inizio… Vorrei però ringraziare chi ha partecipato a questo progetto: il mai dimenticato e amatissimo Carlo F. De Filippis, Adriana Angoletta, Joseph Tomassini, Sandra Moretti, Stas Grawronski, Stefano Lesti, Davide Rondoni; gli editor: Federico Ghirardi, Giovanna Burzio, Athena Barbera e Giulio Pisano; gli uffici stampa: Scardilli Press, di Barbara Scardilli e di Ermes – Ufficio Stampa di Francesca Tamanini e Valeria Zanoni e il mio editore Gianni La Corte, che mi ha dato questa possibilità.

Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “PICASSO – La Mala Arte”, quali useresti?

Preciso, puntuale e semplice. Ho la certezza di aver chiarito la questione Picasso: “era un genio, e ora vi spiego perché…”

Se dovessi consigliare una colonna sonora come sottofondo durante la lettura di “PICASSO – La Mala Arte”, cosa sceglieresti?

Di certo Paloma, di Caetano Veloso. Picasso triste, strafottente, malinconico; Picasso carismatico e seducente, Picasso che abbraccia il corpo senza vita della donna che ama. Picasso che gioca col figlio, che fotografa la figlia Maya, Picasso che si spacca la schiena dipingendo, che incassa corna, schiaffi, accuse e maldicenze, ma va avanti. Picasso che non fugge da Parigi durante l’occupazione nazista, col rischio di essere deportato in Spagna da Franco ed essere ucciso, ma che resta lì, tra blitz e controlli, per i suoi figli, le sue donne, la sua arte. Picasso che dipinge colombe e implora la pace. Immenso, no?

Picasso è l’esempio di colui che decise di realizzare un sogno e ci riuscì. Tu sei riuscita a realizzare i tuoi sogni?

Non ho realizzato quello di dare una copia stampata allo scrittore Carlo F. De Filippis: è scomparso un attimo prima che il libro andasse in stampa. Soffro moltissimo e mi manca al punto che ogni giorno penso che non ce la farò senza la sua presenza, ma poi ingoio e continuo. Per il resto, di desideri ne realizzo uno al giorno: lavoro per obiettivi. Sono piccoli piccoli, ma ce la faccio. Non sono felice, non lo sarò mai, ma il senso è questo: fingere che sia tutto un carnevale finché non giungerà il momento di chiudere gli occhi. La morte non mi spaventa, quando arriverà sarò pronta, e magari ci sarà Carlo di là. Chi lo sa. Un po’ ci spero.

Stai già lavorando a un nuovo libro?

C’è già, anzi, ce ne sono già. Quando gli altri vanno a dormire, io lavoro. Quando gli altri vanno in vacanza, lavoro. Non mi spaventa la fatica, perché amo quello che faccio. In un futuro non troppo lontano ci saranno nuove produzioni, e se vogliamo parlare degli autori EditReal, usciranno testi magnifici! Magnifici sotto ogni punto di vista!

Pubblicità

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui
Captcha verification failed!
Punteggio utente captcha non riuscito. Ci contatti per favore!