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Mercato auto in Europa: flessione a novembre, Italia fanalino di coda nella transizione energetica

Le immatricolazioni rallentano mentre l'Italia fatica nella mobilità elettrica

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Le immatricolazioni di auto in Europa hanno subito un calo del 2% a novembre, con 1.055.319 unità registrate rispetto a 1.077.092 dello stesso mese nel 2023. Complessivamente, nei primi undici mesi del 2024, il mercato ha mostrato una crescita minima dello 0,6%, raggiungendo 11.876.655 unità, ma restando ben al di sotto dei livelli pre-pandemia, con un divario di quasi 2,7 milioni di unità rispetto al 2019 (-18,3%).

Tra i principali mercati europei, la Spagna ha registrato un aumento delle immatricolazioni (+6,4%), mentre Germania (-0,5%) e Regno Unito (-1,9%) hanno subito lievi flessioni. Italia (-10,8%) e Francia (-12,7%) hanno invece accusato i cali più significativi.

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Sul fronte della transizione energetica, l’Italia resta in ritardo rispetto ai principali paesi europei. A novembre, la quota di mercato dei veicoli ricaricabili (ECV) si è fermata all’8,4%, con un modesto 5,3% per le auto elettriche pure (BEV) e un 3,1% per i modelli ibridi plug-in (PHEV).

L’Italia e il divario con l’Europa

Negli altri mercati europei, le auto ricaricabili mostrano un’adozione decisamente più diffusa. A novembre:

  • Regno Unito: quota ECV al 35,3% (BEV 25,1%, PHEV 10,2%)
  • Francia: quota ECV al 26,2% (BEV 17,4%, PHEV 8,8%)
  • Germania: quota ECV al 22,8% (BEV 14,4%, PHEV 8,4%)
  • Spagna: quota ECV al 12,7% (BEV 6,9%, PHEV 5,8%).

Nel complesso, in Europa le auto elettriche (BEV) hanno raggiunto una quota di mercato del 17,5% a novembre, contribuendo a un totale del 25,4% per i veicoli ricaricabili.

Le sfide dell’Italia

Secondo il Direttore Generale di UNRAE, Andrea Cardinali, il ritardo italiano nella transizione energetica non è attribuibile al Green Deal, ma alla mancanza di una visione strategica e politiche coerenti. Le infrastrutture di ricarica, per esempio, sono insufficienti: l’Italia è scesa al 16° posto in Europa con soli 11 punti di ricarica ogni 100 km, contro una media europea di 16,4.

Inoltre, il costo delle ricariche pubbliche resta un grosso ostacolo. Servono interventi fiscali per ridurre il divario con altri paesi e incentivare l’adozione di massa della mobilità elettrica.

Proposte per un futuro sostenibile

Per superare questi ostacoli, UNRAE suggerisce alcune misure chiave:

  1. Sostegno finanziario: almeno 1 miliardo di euro all’anno nel triennio 2025-27 per incentivare i veicoli ecologici.
  2. Revisione fiscale per le auto aziendali, riducendo l’IVA e favorendo la detraibilità dei costi.
  3. Incentivi stabili per garantire una transizione sostenibile e accelerare il ricambio del parco auto.

Conclusioni

L’Italia si trova davanti a una scelta critica: investire nella mobilità sostenibile o rimanere ai margini del panorama automobilistico europeo. La transizione energetica richiede non solo politiche concrete, ma anche il coinvolgimento attivo di consumatori e operatori.

Cosa ne pensi di questa situazione? Esprimi la tua opinione nel form qui sotto!

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