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M.G. Marion Corradi e l’arte di trasformare il Medioevo in poesia narrativa

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Con L’Airone e il Basilisco, M.G. Marion Corradi ci regala una finestra sul Medioevo, non solo come epoca storica ma come universo di emozioni, tensioni e trasformazioni. Il romanzo esplora con profondità il contesto storico dell’epoca, popolato da villaggi, monasteri e personaggi emblematici, e lo intreccia con le vicende intime dei protagonisti.

Il libro rappresenta una riflessione sul confine tra realtà e invenzione, in cui la verità storica si fonde con la magia del racconto. “Può la Verità sostituire l’invenzione magica di un momento?”, si chiede l’autrice, lasciando intravedere il fascino della narrazione come strumento di libertà. Non perdete l’intervista alla scrittrice, dove scopriremo i segreti di questa opera unica e della sua genesi.

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Nel romanzo, l’amanuense Primo e l’erudito Zaccaria lavorano con testi di Dante e Marco Polo. Quanto è importante per lei il ruolo della cultura e della trasmissione del sapere in un’epoca così ricca di contrasti come il Medioevo?

Il ruolo della cultura in quell’ epoca fu fondamentale per vari aspetti, in particolare perché in una società così rigidamente strutturata consentiva un vasto respiro di libertà con la circolazione di istanze valoriali e spirituali e, con la sua forza intrinseca, di instaurare dialoghi, relazioni, agevolare scambi, nobilitare il lavoro diplomatico e politico.

L’amore tra Pietro e Griselda è ambientato in un contesto di superstizione e brutalità. Quanto ha influito questo sfondo sulla costruzione del loro rapporto e sul modo in cui il lettore percepisce i valori del bene e del male?

Tanto più forte è la brutalità e la superstizione tanto più l’amore si impone: così avvenne in quel tempo e così potrebbe avvenire nell’ oggi.

Il Medioevo è spesso associato a oscurantismo, ma nel suo libro emerge anche una forte tensione verso la conoscenza e la spiritualità. Quali aspetti di quell’epoca ritiene possano essere utili per riflettere sul nostro presente?

Ritengo che sia la stessa nostra società ad essere precipitata nel baratro dell’oscurantismo: parola e pensiero critico hanno perso forza e vitalità e riflettere su quanto nel Medioevo parola e pensiero fossero importanti, potrebbe tornare utile.

Nel viaggio di Pietro attraverso l’entroterra ligure, ha descritto luoghi con grande attenzione ai dettagli. Quanto crede che l’ambientazione geografica influenzi la psicologia dei personaggi e il corso della narrazione?

I luoghi sono fondamentali nella narrazione per la nota, reciproca influenza che esiste tra psiche, soma e ambiente. Osservare e descrivere i dettagli, in particolare del mondo naturale, significa sollecitare in me e nel lettore, le sfumature dell’animo.

Il simbolismo del basilisco come demonio e dell’airone come forza salvifica è fortemente legato alla religiosità medievale. In che modo questo dualismo si riflette nelle scelte narrative e tematiche del romanzo?

Questo simbolismo è fondamentale in ogni scelta narrativa del romanzo. Ritengo che un rinnovato simbolismo possa diventare fondamentale soprattutto per l’oggi che rifugge dalle astrazioni e dalle riflessioni e che e’ immerso in un universo di segni sconclusionato, terrifico, comunque sempre alienante.

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