Nel corso del 2024, l’inflazione negli Stati Uniti ha subito una significativa attenuazione, favorita dall’allentamento delle tensioni sull’offerta e da un leggero indebolimento della domanda. A fronte di questa dinamica, la Federal Reserve ha iniziato a modificare la propria politica monetaria con due riduzioni dei tassi d’interesse: 50 punti base a settembre e 25 a novembre. Tuttavia, ciò che ha sorpreso è stata la resilienza della crescita del PIL reale, sostenuta da una combinazione di fattori strutturali e dinamiche fiscali.
La produttività e il saldo migratorio sostengono la crescita
Secondo Karsten Junius, Chief Economist di J. Safra Sarasin, la crescita economica robusta è alimentata da fattori strutturali. La produttività del lavoro ha registrato un’accelerazione notevole, più che raddoppiando rispetto ai livelli pre-pandemici. Questa crescita, che si attesta ora all’1,75% annuo, è in parte dovuta a un’allocazione più efficiente delle risorse e a una maggiore adozione delle tecnologie AI in vari settori.
Anche il saldo migratorio ha giocato un ruolo centrale. Dal 2021, l’ingresso di lavoratori irregolari ha incrementato la forza lavoro, stimata attorno ai 20 milioni di persone. Questa dinamica potrebbe aver gonfiato i dati sulla produttività, ma ha indubbiamente rafforzato l’offerta di lavoro e sostenuto la crescita economica.
Bilanci solidi e resilienza economica
Un altro elemento chiave è la salute dei bilanci del settore privato, che continuano a sostenere i consumi e il mercato del lavoro. La ricchezza netta delle famiglie è aumentata ulteriormente nel 2024, mentre il rapporto debito/cassa rimane storicamente basso. Anche le imprese mantengono margini di profitto solidi, grazie a guadagni di produttività e al potere di determinazione dei prezzi acquisito durante la pandemia.
Nonostante una leggera flessione nella domanda, le imprese non hanno riscontrato pressioni significative sui costi e hanno evitato licenziamenti su larga scala. Ciò è dovuto sia all’accumulo di debito a lungo termine a tasso fisso sia ai saldi di cassa elevati, che hanno protetto il settore privato dall’impatto dell’aumento dei tassi d’interesse.
Prospettive future e sfide della Fed
Nel breve termine, la crescita economica americana dovrebbe mantenersi solida, supportata da politiche fiscali favorevoli e da un mercato privato robusto. Tuttavia, le dinamiche politiche post-elettorali potrebbero introdurre fattori di incertezza. Le aree critiche includono possibili riduzioni fiscali, una stretta sull’immigrazione, l’aumento dei dazi e un’ulteriore deregulation.
Questi interventi, secondo studi del FMI e del Peterson Institute, potrebbero generare una pressione inflazionistica aggiuntiva, rallentando la crescita economica. Per la Federal Reserve, il compito diventerà ancora più complesso. Con l’aumento del tasso neutrale, la politica monetaria potrebbe allentarsi solo gradualmente. Si prevede che il tasso sui Fed funds scenda al 4% entro il 2025 e al 3,5% entro il 2026, con rischi di rialzo.
Conclusione
L’analisi di Karsten Junius evidenzia un’economia statunitense resiliente, ma con sfide significative all’orizzonte. Il bilanciamento tra crescita economica, inflazione e politica monetaria rimarrà centrale nei prossimi anni.
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