L’invenzione dell’elettroencefalogramma: una scoperta epocale
L’elettroencefalogramma (EEG) fu registrato per la prima volta nell’uomo nel 1924 da Hans Berger, neuropsichiatra tedesco. Questa rivoluzionaria scoperta ha permesso di documentare l’attività bioelettrica del cervello, aprendo nuovi orizzonti per la neurologia e la diagnosi delle epilessie. A distanza di cento anni, l’EEG continua a rappresentare uno strumento diagnostico fondamentale, non solo per le sindromi epilettiche ma anche per altre patologie neurologiche.
Il convegno “EEG 100”: una celebrazione del passato e uno sguardo al futuro
Per celebrare il centenario dell’EEG, la Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE) organizza il convegno nazionale “EEG 100” il 22 novembre 2024 presso l’Università La Sapienza di Roma. Durante l’evento, esperti italiani e internazionali discuteranno delle applicazioni cliniche dell’elettroencefalografia e delle prospettive future. Saranno approfonditi temi innovativi come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) per analizzare i segnali EEG, una tecnologia che potrebbe ampliare l’accessibilità di questo esame anche nei paesi in via di sviluppo.
Innovazioni tecnologiche e applicazioni cliniche dell’EEG
L’EEG è ancora oggi la tecnica di indagine funzionale sul cervello più diffusa, grazie alla sua elevata risoluzione temporale e alla facilità d’uso. Negli ultimi decenni, l’integrazione con strumenti digitali e la telemedicina hanno ulteriormente migliorato l’interpretazione e l’applicabilità dell’elettroencefalografia, rendendola uno strumento insostituibile nella diagnosi e nella gestione delle epilessie e di altre patologie neurologiche.
L’importanza delle scuole italiane di neurofisiologia
Il convegno sarà anche l’occasione per presentare il libro “La storia delle scuole di EEG in Italia”, un omaggio al contributo delle scuole italiane nello sviluppo dell’elettroencefalografia a livello internazionale. La partecipazione di maestri dell’epilettologia come Giuliano Avanzini e Carlo Alberto Tassinari sottolinea il prestigio della tradizione neurofisiologica italiana.
Le origini dell’EEG: dal laboratorio di Berger ai progressi moderni
Hans Berger fu il primo a dimostrare che la corteccia cerebrale produce una caratteristica attività bioelettrica, documentandola con apparecchi rudimentali. Da allora, l’elettroencefalografia ha fatto passi da gigante, diventando una metodica essenziale per la ricerca e la clinica. Oggi, grazie alle tecnologie digitali, l’EEG può integrarsi con altre tecniche di neuroimmagine, offrendo diagnosi sempre più precise.
L’elettroencefalogramma, con 100 anni di storia, rappresenta un pilastro nella neurologia e un esempio di come la scienza possa evolversi mantenendo le sue radici solide. E tu, quale pensi sarà il prossimo traguardo per l’EEG? Condividi la tua opinione nel form qui sotto!