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Le contraddizioni dello Stato sul settore dei giochi tra leggi restrittive e incassi per l’Erario

Matteo Renzi
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Matteo RenziLe nuove tecnologie, l’impatto delle campagne pubblicitarie sui consumatori, la regolamentazione del gioco e le prospettive del settore per il futuro. Sono questi i principali temi al centro del dibattito che vede contrapposti il governo Renzi agli addetti ai lavori, sia istituzionali che privati.

L’industria del gambling è cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi tre anni, un successo figlio delle nuove tecnologie e degli investimenti marketing compiuti dagli operatori del settore. Al successo in termini numerici, fatturati e numeri di giocatori online e terrestri, corrisponde una crescita anche dal punto di vista occupazionale, con migliaia di nuovi posti di lavoro forniti da uno segmenti più positivi dell’economia italiana in questo periodo di recessione. Una parte degli 84 miliardi di euro raccolti l’anno passato sono finiti nelle case dell’Erario che vede l’industria del gioco come uno dei maggiori contribuenti.

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Ma non sono tutte rose e fiori. L’associazione delle slot machine e delle vlt a un fenomeno patologico come la ludopatia – in Italia pari al 2% su oltre 23 milioni di giocatori secondo quanto riporta il sito specializzato in slot machine Giochidislots.com – ha innescato una lotta senza quartiere ad opera di associazione e governi regionali, che hanno introdotto e approvato leggi ad hoc regionali. Gli elementi cardini della legislazione anti-GAP riguardano l’introduzione del marchio slot-free, il rispetto delle distanze minime degli esercizi con slot machine e Vlt dai luoghi sensibili, quali scuole e centri di aggregazione, il divieto di pubblicizzare l’attività e una maggior trasparenza sulla proprietà e la gestione delle sale slot.

Gli effetti sono stati negativi soprattutto per il settore terrestre legato agli apparecchi da intrattenimento, maggiormente penalizzato dalle restrizioni imposte dalle leggi regionali.

Secondo le recenti stime fornite dall’agenzia di stampa Agimeg, l’anno passato si è registrata una riduzione degli incassi terrestri del 10%, il numero di macchinette installate è sceso di quasi 34.000 unità, la raccolta di quasi un miliardo di euro e gli incassi erariali di oltre 100 milioni di euro.

La regolamentazione a livello terrestre non ha però colpito il settore online che gode di una maggiore libertà rispetto al segmento che genera maggiori incassi per l’intera industria. Si prevede che quest’anno la raccolta dei casinò games possa sfiorare il tetto dei 20 miliardi di euro. Oltre ai motivi summenzionati nell’incipit del nostro articolo, uno dei fattori che potrebbe contribuire a questo nuovo balzo in avanti è proprio la migrazione dal versante terrestre a quello online.

Alla diaspora tra istituzioni e operatori del settore si contrappone il dualismo tra il terrestre e l’online, una battaglia destinata a continuare nel tempo fino a quando non si troverà una soluzione comune per regolamentare il gioco d’azzardo a livello globale.

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