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La SIMI premia le eccellenze della ricerca italiana under 40 con 4 grant da 25 mila euro

Conferenza stampa SIMI
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A Roma il 123° congresso della Società Italiana di Medicina Interna SIMI

I quattro progetti vincitori dell’edizione 2022 andranno a indagare il ruolo del fegato nell’immuno-metabolismo in corso di sepsi, i meccanismi alla base delle malattie cardiovascolari nei soggetti con diabete di tipo 2, come trattare al meglio il danno renale acuto che può comparire nei pazienti con cirrosi epatica. L’ultimo progetto infine prevede un trattamento sperimentale con staminali da cordone ombelicale nei pazienti con malattia interstiziale polmonare in corso di sclerodermia

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La Società Italiana di Medicina Interna ha annunciato i vincitori della prima edizione del Premio ‘Giovani ricercatori’ che supporta l’eccellenza della ricerca italiana under 40 nel campo della medicina interna. I grant della prima edizione del premio, ognuno del valore di 25 mila euro, sono andati a Teresa Vanessa Fiorentino (professore associato di Medicina Interna, Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, 1983), Devis Benfaremo (ricercatore in Medicina Interna, Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari, Università Politecnica delle Marche, Ancona, 1987), Salvatore Silvio Piano (ricercatore di Medicina Interna, Università Azienda Ospedaliera di Padova, 1983) e a Rosanna Villani, ricercatore in Medicina Interna, Università di Foggia (1984).“La SIMI – commenta il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna – è particolarmente orgogliosa di avere avuto l’opportunità di finanziare con un bando competitivo quattro progetti di ricerca nel campo della medicina interna, presentati da quattro ricercatori under 40. Abbiamo avuto un numero di proposte di ricerca di notevole livello scientifico che eccedeva quello delle risorse disponibili. Questo fatto sottolinea come la ricerca italiana nel campo della medicina interna abbia raggiunto livelli di eccellenza internazionale che meritano di avere in massimo supporto finanziario possibile. La SIMI si impegnerà nei prossimi anni a trovare altre risorse per continuare a finanziare le ricerche dei giovani Internisti ma è anche indispensabile che accanto ai finanziamenti privati si affianchino quelli pubblici per evitare la fuga all’estero di questi ‘cervelli’ che costituiscono un patrimonio nazionale”.

I progetti vincitori

Rosanna Villani ha vinto un grant con un progetto di ricerca sul contributo del fegato all’immuno-metabolismo nella sepsi. la sepsi è una disfunzione multi-organo causata da una disregolazione della risposta dell’organismo ad un’infezione. È una condizione ancora gravata da alta mortalità (sono almeno 5 milioni i decessi per sepsi ogni anno nel mondo), nonostante i significativi progressi fatti nel campo degli antibiotici e dell’antibiotico-resistenza. Le alterazioni del metabolismo energetico delle cellule del sistema immunitario sembrano coinvolte negli esiti della sepsi. Il fegato gioca un ruolo centrale nella regolazione del metabolismo in corso di infiammazione e sembra orchestrare gli adattamenti metabolici in corso di sepsi. La presenza di una malattia del fegato, dunque, può indebolire la sua funzione strategica in caso di sepsi. I pazienti con cirrosi sono infatti ad alto rischio di setticemia e di mortalità correlata ad una disregolazione del metabolismo proteico, glucidico e lipidico. In corso di sepsi è cruciale il dialogo tra epatociti e cellule immunitarie perché da una parte l’attività degli epatociti è influenzata da processi infiammatori sistemici, dall’altra il fegato può modificare le attività metaboliche delle cellule del sistema immunitario che circolano nel fegato. Un normale immuno-metabolismo è dunque fondamentale nel supportare una risposta efficiente contro la sepsi. Non è noto con esattezza però come la sepsi induca alterazioni metaboliche a livello epatico e come questo possa influenzare l’immuno-metabolismo. La cirrosi epatica rappresenta dunque un modello perfetto per studiare il contributo del fegato nell’adattamento metabolico generale dell’organismo in corso di sepsi.

Teresa Vanessa Fiorentino andrà invece a studiare cosa lega il diabete di tipo 2 alle malattie cardiovascolare. L’associazione tra queste due condizioni è ben nota ma non altrettanto i meccanismi alla base di questo rapporto. Il focus di questa ricerca sarà il recettore FXR (farnesoid X receptor) espresso sia nelle cellule del fegato, che dell’intestino che sembra avere un effettivo cardioprotettivo nel diabete di tipo 2. Questo recettore regola l’espressione di diversi geni coinvolti del metabolismo degli acidi biliari, dei grassi e del glucosio. Il trattamento con acido obeticolico (OCA), un agonista del FXR, migliora il controllo della glicemia nei soggetti con diabete di tipo 2, con meccanismi non completamente noti. Nell’intestino l’FXR promuove la trascrizione del fibroblastgrowthfactor 19 (FGF19), un ormone con effetti positivi sul metabolismo energetico e sull’apparato cardiovascolare. Altri studi suggeriscono che FXR contribuisce a mantenere l’integrità della funzione di barriera intestinale; al contrario, un’aumentata permeabilità dell’intestino con conseguente traslocazione batterica e infiammazione si associa a problemi cardiometabolici come diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Di qui l’ipotesi che i soggetti con pre-diabete e diabete di tipo 2, e ancor più quelli con complicanze cardiovascolari possano avere ridotti livelli di FXR e un’alterazione dell’integrità della barriera intestinale e che il trattamento con OCA possa mitigare queste alterazioni. Lo stress del reticolo endoplasmatico (un componente della cellula) infine può alterare l’espressione di FXR negli epatociti e compromettere l’integrità della barriera intestinale. La ricerca della dottoressa Fiorentino cercherà dunque di far luce sui rapporti tra stress del reticolo endoplasmatico, FXR, FGF-19 e barriera intestinale da una parte e comparsa di diabete di tipo 2 e di malattie cardio-vascolari dall’altra.

Il progetto del dottor Salvatore Silvio Piano si chiama GLOBALAKI e indagherà i vari aspetti del danno renale acuto nei pazienti con cirrosi epatica, attraverso la conduzione di uno studio prospettico internazionale. I pazienti cirrotici hanno un rischio elevato di sviluppare danno renale acuto e oltre la metà delle persone ricoverate per cirrosi scompensata presentano questa complicanza al momento del ricovero o durante la degenza. A sua volta, la comparsa di insufficienza renale acuta in questi pazienti si associa ad un’aumentata mortalità a breve e lungo termine. Questa ricerca cercherà di individuare le caratteristiche cliniche e la prevalenza di questa condizione nei diversi Paesi del mondo, valuterà le diverse tipologie di trattamento adottate e gli esiti del danno renale acuto nei pazienti con cirrosi nei vari Paesi del mondo; infine cercherà di individuare nuovi biomarcatori urinari in danno renale acuto in questo contesto. Sarà uno studio multicentrico internazionale (finora hanno aderito 82 centri in tutti i continenti), che arruolerà 1250 pazienti e che è supportato dall’International Club of Ascitese dalla European Association for the Study of the Liver.

Il progetto del dottor Devis Benfaremo infine è uno studio sugli effetti del trattamento con cellule mesenchimali da cordone ombelicale per il trattamento della malattia polmonare interstiziale associata a sclerodermia (o sclerosi sistemica). La sclerodermia è una malattia autoimmune a eziologia sconosciuta, caratterizzata da alterazioni immunitarie, vascolari e profibrotiche che possono condurre ad una grave fibrosi multiorgano, con conseguente aumento della morbilità e della mortalità. Oltre alla cute, l’organo più frequentemente coinvolto è il polmone (ma possono essere colpiti anche rene, esofago e apparato gastro-intestinale, cuore e muscoli). È il coinvolgimento polmonare (l’intestiziopatia e l’ipertensione polmonare) il principale responsabile dell’aumentato rischio di mortalità in questi pazienti e al momento non sono disponibili trattamenti specifici per questa complicanza. Di recente è stato proposto l’uso di nintedanib (inibitore delle tirosinkinasi) e di tocilizumab (antagonista recettoriale dell’interleuchina 6), ma la ricerca di trattamenti più efficaci continua. Le terapie cellulari sono attualmente allo studio per diverse malattie sistemiche autoimmuni. Alla luce degli effetti favorevoli dell’infusione di staminali mesenchimali da cordone ombelicale in modelli animali di fibrosi polmonare, il gruppo del dottor Benfaremo andrà a valutare la safety di un’infusione di staminali mesenchimali da cordone ombelicale in pazienti con malattia interstiziale polmonare associata alla sclerodermia; verrà inoltre valutata l’efficacia di questo trattamento sulla fibrosi polmonare (mediante TAC ad alta risoluzione) e sulla fibrosi cutanea; verrà valutato inoltre l’impatto del trattamento sulla funzionalità fisica dei pazienti e sulla loro qualità di vita. Questo studio di fase IIa, in aperto, non randomizzato arruolerà 12 pazienti.

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