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La forza delle emozioni in “Temporali estivi” di Adriana Angoletta

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Adriana Angoletta, scrittrice dalla profonda sensibilità culturale, torna con il suo nuovo romanzo Temporali estivi, edito da Morellini. Divisa tra Padova e Cortina d’Ampezzo, città che rappresentano i luoghi del cuore e della memoria per l’autrice, Angoletta ha saputo trasformare la sua ricca formazione umanistica in una voce letteraria distintiva.

Per oltre trent’anni ha intrecciato il mondo dell’arte e della cultura in un percorso che l’ha portata a curare numerose mostre d’arte per importanti realtà pubbliche e private, senza mai abbandonare il suo amore per la scrittura. Dal 2007, questa passione si è concretizzata in una serie di opere apprezzate, tra cui Come la neve, Il mattino che non sa, Non smettere mai di ballare, Il Mondo Nascosto e Lunghi silenzi.

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Con il nuovo romanzo, la scrittrice propone una struttura narrativa originale composta da undici racconti che si intrecciano nel romanzo, ciascuno un microcosmo capace di esplorare le emozioni e i legami umani con intensità e profondità. L’autrice riconosce che la sua esperienza nel mondo dell’arte, pur essendo ormai un capitolo chiuso, ha lasciato un’impronta significativa nella sua sensibilità creativa. Ogni racconto, come un’opera d’arte, vive di una luce propria, ma trova un’armonia con gli altri.

Con Temporali estivi, Adriana Angoletta conferma la sua capacità di raccontare il mondo interiore con una rara autenticità, facendo dialogare letteratura e arte in un’opera che invita alla riflessione e alla scoperta. (La carriera di Adriana Angoletta, che abbraccia sia il mondo dell’arte che quello della letteratura, testimonia un impegno costante nel campo della cultura.)

La sua carriera spazia dal mondo dell’arte a quello della letteratura. Come si influenzano reciprocamente queste due dimensioni nel suo lavoro creativo?

Ho organizzato molte mostre d’arte in passato ma ho chiuso quella porta e attualmente scrivo. I due mondi si sono di certo influenzati a vicenda, perché il mio bagaglio culturale non è fatto di singoli compartimenti ma è un tutt’uno che forma il mio mondo interiore.

La scelta di inserire undici racconti all’interno del romanzo è una struttura narrativa particolare. Quanto ha influito la sua esperienza artistica in questa decisione?

Non ci ho mai pensato! Posso immaginare che la mia esperienza artistica abbia influenzato la scelta di inserire nel romanzo undici racconti in maniera inconscia: ogni opera d’arte è una creazione singola e i miei racconti sono altrettanto, storie brevi e intense che racchiudono ciascuna un significato diverso. L’Arte non ha paletti e non alza muri, permea chi la ama e la conosce, di qualunque disciplina si parli.

Lei ha detto che “Temporali estivi” si ispira ai grandi libri che l’hanno formata. Quali sono i testi o gli autori che considera fondamentali nella sua vita e nella sua scrittura?

Io mi considero “proustiana”, dato che ho dedicato alla Recherche tre anni della mia vita oltre a numerose letture sul tema. Altri Autori che mi hanno influenzata sono stati soprattutto Thomas Mann con i suoi romanzi brevi, La Montagna Incantata e il Doctor Faustus ,Tolstoj, tutto Dostoevskij e tanti altri. Oggi amo scrittori più “leggeri” per quantità di scritti ma profondi e inquieti come Buzzati o Erri De Luca.

Nel suo lavoro di scrittrice e curatrice, come riesce a coinvolgere il pubblico e trasmettere le emozioni che desidera comunicare?

Lavorare tra le opere d’arte e leggere Autori importanti mi hanno forgiato negli anni una capacità di cogliere determinate emozioni che poi, per fortuna e con un minimo di talento, riesco a trasmettere. L’attività nel mondo dell’arte si è conclusa anni orsono e oggi mi dedico solamente alla scrittura che non è frutto di fittizie costruzioni ma che fluisce in maniera spontanea dal mio mondo interiore.

Cosa significa per lei presentare “Temporali estivi” a Padova, nella Sala Rossini del Caffè Pedrocchi? È un luogo significativo per lei, come autrice o come persona?

Il Caffè Pedrocchi è uno dei pochi Caffè Storici d’Europa e uno dei monumenti più significativi della città di Padova. La bellezza delle sale al piano nobile mi ha sempre affascinata, ho organizzato piccole mostre in quegli spazi anni orsono e ho scelto la sala Rossini per il gusto del Bello che fa parte del mio carattere.

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