Italia vicina all’uscita dalla procedura UE per deficit eccessivo

deficit italia

Segnali di consolidamento: deficit in calo, saldo primario positivo e spread ai minimi storici

Un quadro in miglioramento

Il deficit italiano è sceso al 3,4% del PIL nel 2024, quasi la metà rispetto al 7,2% del 2023. Parallelamente, il saldo primario è tornato positivo (+0,4%), segnale che lo Stato riesce a coprire le spese correnti senza considerare gli interessi sul debito. Anche il debito pubblico, pur elevato, si è stabilizzato al 135,3% del PIL.

Le previsioni della Commissione UE

La Commissione europea stima un ulteriore calo del disavanzo: 3,3% nel 2025 e 2,9% nel 2026. Parametri che riportano l’Italia dentro i limiti del Trattato di Maastricht, condizione necessaria per la chiusura della procedura per deficit eccessivo entro il 2026.

I vincoli della nuova governance fiscale

Il Consiglio UE ha fissato regole stringenti: la spesa netta potrà crescere solo dell’1,3% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026. Un limite che richiederà grande disciplina politica e gestione attenta delle risorse pubbliche.

Mercati e spread favorevoli

Il BTp-Bund spread si è assestato stabilmente sotto i 100 punti base, toccando i 90 a giugno 2025, minimo dal 2010. I rendimenti dei titoli decennali italiani orbitano intorno al 3,6%, lontani dai picchi oltre il 5% del 2023. Questo scenario comporta risparmi per la spesa in interessi sul debito stimati fino a 13 miliardi nel biennio 2025-2026.

Un test politico ed economico

Secondo il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, la sfida per l’Italia sarà mantenere questo percorso virtuoso senza sacrificare coesione sociale e investimenti. Ogni deviazione potrebbe riaprire la diffidenza dei mercati; al contrario, disciplina e prudenza consoliderebbero la posizione del Paese in Europa.

Fragilità e prospettive

Rimangono nodi strutturali: un debito molto elevato e una crescita economica modesta (0,5% nel 2025 e 0,8% nel 2026). Tuttavia, la combinazione di parametri in miglioramento e mercati favorevoli può aprire la strada al ritorno dell’Italia nella piena normalità fiscale europea.