
Un problema che coinvolge oltre 3 milioni di italiani
In Italia, più di tre milioni di persone soffrono di Disturbi della Nutrizione e Alimentazione (DNA), tra cui anoressia e bulimia, che colpiscono circa l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi. La tendenza più preoccupante riguarda l’abbassamento dell’età di esordio, con casi diagnosticati già a partire dagli 8-9 anni. La SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) lancia l’allarme: è essenziale intervenire in modo precoce con un approccio multidisciplinare e una presa in carico mirata all’età evolutiva.
Segnali da non sottovalutare
I disturbi alimentari spesso si manifestano con segnali che i genitori non dovrebbero ignorare. Tra i più comuni:
- Mangiare di nascosto o nascondere il cibo
- Suddividere il cibo in pezzi minuscoli o spostarlo nel piatto senza consumarlo
- Saltare i pasti o evitare interi gruppi alimentari
- Mostrare ossessione per la preparazione dei pasti
- Chiudersi in bagno dopo i pasti, possibile segnale di condotte compensatorie
- Cambiamenti nel tono dell’umore e nel sonno
- Incremento eccessivo dell’attività fisica
L’impatto della pandemia e la crescita dei casi
Secondo il Ministero della Salute, la pandemia ha aggravato la situazione, con un aumento dei casi del 30-35% e un abbassamento dell’età di esordio, soprattutto tra le ragazze tra gli 11 e i 15 anni. A livello mondiale, milioni di giovani e adulti si ammalano ogni anno, con numeri in costante crescita.
Anoressia, bulimia e altri disturbi alimentari
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione includono anoressia nervosa, bulimia nervosa, binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata), disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, pica e disturbo da ruminazione. Tra questi, è l’anoressia nervosa (AN) a presentare il più alto tasso di mortalità tra le malattie psichiatriche, con una crescente associazione a condizioni di suicidalità. Secondo dati statunitensi, rappresenta il 60% dei disturbi alimentari in adolescenza.
La necessità di un approccio multidisciplinare
Per affrontare questi disturbi, la SINPIA sottolinea l’importanza di un trattamento precoce, personalizzato e intensivo, adattato alla gravita della condizione e centrato sulla famiglia. Le nuove Raccomandazioni SINPIAevidenziano il ruolo chiave delle Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza (UONPIA), che dovrebbero essere le prime a diagnosticare e trattare i pazienti.
Un disturbo che coinvolge l’intero sistema familiare
I disturbi alimentari non colpiscono solo chi ne soffre, ma coinvolgono l’intero nucleo familiare, richiedendo un supporto globale per genitori e caregiver. Spesso, la mancata consapevolezza della malattia porta a una sottovalutazione dei sintomi, ritardando l’inizio delle cure.
Hai mai avuto esperienze dirette o indirette con i disturbi alimentari? Condividi la tua opinione nel form qui sotto.