Documenti, smentite e tensioni a poche miglia da Gaza
Le accuse di Israele
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno dichiarato di aver trovato prove del coinvolgimento di Hamas nel finanziamento di diverse flottiglie dirette a Gaza. Secondo quanto riferito, a Gaza City sarebbero stati recuperati documenti ufficiali, inclusa una lettera del 2021 firmata da Ismail Haniyeh, allora capo di Hamas, che esprimeva sostegno alla Pcpa (Conferenza palestinese della diaspora), considerata da Israele come un’organizzazione legata al terrorismo.
Tra i nomi elencati nei documenti compaiono funzionari di Hamas, incluso Kashk, presunto proprietario di imbarcazioni usate dalla Flotilla e ritenuto vicino al movimento palestinese in Spagna.
La replica della Flotilla
Gli attivisti della Global Sumud Flotilla respingono le accuse definendole “propaganda”. Tony La Piccirella, uno degli italiani a bordo, ha dichiarato: “Ci troviamo a circa 200 miglia da Gaza. Non ci fermeremo, entreremo nella zona di intercettazione e andremo avanti”.
Secondo La Piccirella, la proposta di pace internazionale non sarebbe altro che “una messinscena, una resa e una svendita delle terre palestinesi a Usa e Israele”.
L’appello del ministro Crosetto
Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha rivolto un ultimo appello agli attivisti, invitandoli a considerare soluzioni alternative per far arrivare gli aiuti umanitari, come la mediazione del Patriarcato della Chiesa Cattolica. Crosetto ha sottolineato che la tregua a Gaza è vicina grazie al nuovo piano presentato dagli Stati Uniti e che tale contesto potrebbe aprire le condizioni per l’ingresso sicuro degli aiuti nella Striscia.
La Marina Militare italiana interviene
La fregata Alpino della Marina Militare ha comunicato la disponibilità ad accogliere chiunque dalla Flotilla manifesti la volontà di abbandonare la missione. L’ultimo punto di incontro sarà a 150 miglia nautiche dalla costa di Gaza, dove la nave militare offrirà assistenza e soccorso.
