
La riduzione dell’Ires per le imprese, se resa strutturale, rappresenta un’iniziativa importantissima per il futuro del tessuto economico italiano. Secondo il Centro studi di Unimpresa, questa misura potrebbe generare investimenti aggiuntivi per 20 miliardi di euro entro tre anni, aumentando del 10% la spesa per beni strumentali e infrastrutture. Questo impulso economico si tradurrebbe in 200.000 nuovi posti di lavoro, stimolando settori chiave come il manifatturiero avanzato, il digitale e i servizi innovativi.
Investimenti e occupazione: un binomio vincente
La riduzione dell’Ires abbassa il costo effettivo degli investimenti, rendendo più vantaggioso per le imprese allocare risorse in tecnologie avanzate e infrastrutture aziendali. Questo approccio favorisce una transizione digitale e tecnologica che incrementa non solo la produttività, ma anche l’occupazione diretta e indiretta.
Le previsioni indicano un forte aumento della domanda di figure specializzate, come programmatori, esperti in automazione e professionisti nella cybersecurity. Inoltre, ogni nuovo impiego generato nei settori strategici stimola opportunità di lavoro aggiuntive in filiere come la logistica, il marketing e i servizi connessi.
Impatto sui consumi e crescita economica
Con l’incremento dell’occupazione, le famiglie italiane beneficeranno di un maggior reddito disponibile, favorendo un aumento dei consumi stimato al 3% annuo. La domanda interna, che rappresenta il 60% del PIL nazionale, riceverà una spinta fondamentale, migliorando le prospettive economiche a lungo termine. Questo circolo virtuoso sosterrà il commercio locale e le piccole imprese, consolidando la crescita economica complessiva.
Un ambiente competitivo per l’innovazione
Un sistema fiscale più favorevole rappresenta un vantaggio strategico per attrarre investimenti esteri e trattenere eccellenze italiane. Secondo il consigliere nazionale di Unimpresa, Manlio La Duca, la riduzione fiscale rafforza la competitività del Paese, favorendo lo sviluppo di un’economia resiliente e innovativa.
«Ogni euro risparmiato in tasse può essere reinvestito in beni strumentali e tecnologia, migliorando la capacità produttiva delle aziende italiane e generando nuove opportunità lavorative» sottolinea La Duca.