Io non sono il mio sintomo: il nuovo viaggio poetico di Renzia D’Incà

La copertina Renzia D'Incà Io non sono il mio sintomo

L’arte poetica di Renzia D’Incà

Con io non sono il mio sintomo, pubblicato nella collana Fuochi de I Quaderni del Bardo Edizioni, Renzia D’Incà esplora il complesso intreccio tra l’apparenza e la sostanza della vita. La raccolta si presenta come un specchio letterario, in cui ogni poesia riflette emozioni contrastanti: sofferenza, desiderio, gioia e dubbio. Attraverso le sue parole, l’autrice svela l’ineluttabile tensione tra realtà e finzione, offrendo un’analisi profonda del rapporto tra ciò che appare e ciò che è realmente.

Un linguaggio duplice e potente

La poetica di D’Incà si caratterizza per un linguaggio stratificato: accanto alla linea principale del sentimento, emerge un livello parallelo e inconsapevole che sfida le certezze. Le metafore e le immagini evocative che popolano la raccolta non conducono a una verità definitiva, ma aprono infinite possibilità di interpretazione. Questo doppio registro esprime la volontà dell’autrice di indagare l’invisibile, mantenendo sempre viva la tensione verso la scoperta e il cambiamento.

Temi universali tra memoria e presente

I temi affrontati da D’Incà spaziano dall’introspezione personale all’osservazione del mondo esterno. Troviamo riferimenti a:

  • la vecchiaia e l’incertezza della natalità;
  • l’arte come possibile forma di vita;
  • il Covid-19 e le sue implicazioni sociali ed emotive;
  • le contraddizioni della natura umana, tra ipocrisia e cattiveria.

Un ruolo centrale è riservato ai ricordi, che vengono dipinti come frammenti di una vita contraddittoria. Anche la natura e gli animali – gatti, uccelli, cicale – diventano metafore di un mondo che oscilla tra poesia e disumanità.

La vita come teatro: un viaggio tra realtà e rappresentazione

D’Incà ci invita a riflettere sul mondo come un grande palcoscenico, popolato da protagonisti e comparse. In questa visione teatrale, la vita si intreccia con il dolore, la solitudine e la ricerca della redenzione. Attraverso richiami culturali – da Dante a De André, da Schubert a Stendhal – l’autrice costruisce un percorso che si snoda tra l’eden e l’orrore, tra la malinconia e il desiderio di un futuro migliore.

Conclusioni: un messaggio coraggioso e senza compromessi

io non sono il mio sintomo è una raccolta che si distingue per la sua audacia narrativa e la sua capacità di unire emozione e riflessione. Le parole di D’Incà sono un invito a confrontarsi con le complessità dell’esistenza, abbandonando ogni certezza per abbracciare il dubbio e la molteplicità delle interpretazioni.

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