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Intervista a Francesco Buzzolan in occasione dell’uscita del libro “Appunti di viaggio”

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“Appunti di viaggio” è la nuova avventura editoriale di Francesco Buzzolan che contiene un mix tra “istruzioni per l’uso” e un saggio dedicato al viaggiatore professionale (e non). Questo testo è il preludio di un’opera in corso di stesura nell’ambito delle relazioni professionali dove al centro c’è l’uomo, i suoi bisogni e le opportunità per auto realizzarsi in un mondo di per sé sempre più complesso. 

In occasione dell’uscita del libro abbiamo intervistato Francesco Buzzolan.

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Sei un Manager che ha sviluppato tutto il suo percorso professionale nell’area Commerciale e delle Vendite. Come sei arrivato alla scrittura?

Un Manager è prima di tutta un uomo (a prescindere dal genere naturalmente). Avere un certo grado di responsabilità e gestire persone all’interno di una organizzazione vuol dire lavorare molto sul piano psicologico, emotivo e relazionale usando proprio le caratteristiche appartenenti alla propria sfera personale.

Ho iniziato a scrivere molti anni fa su un diario per scaricare a terra emozioni che altrimenti non sarei riuscito a far uscire. Al tempo stesso ho usato molto e sempre di più la scrittura di tipo commerciale per mettermi in relazione con persone nuove, per coinvolgerle in progetti e per risolvere ogni genere di controversia attinente al mio lavoro.

Direi quindi che la scrittura ha preso spazio in modo naturale (e graduale) nella mia vita, proprio come qualcosa che prima o poi era destinata a realizzarsi.

Come mai hai deciso di scrivere “Appunti di viaggio” e da quale idea è scaturito lo spunto che poi ha dato il via alla scrittura?

Appunti di Viaggio in realtà è il mio secondo progetto editoriale; il primo testo è stato TUTTO DA RIFARE che ho auto pubblicato nel 2020 in epoca di pandemia. Avevo quindi già rotto il ghiaccio con la scrittura e con APPUNTI DI VIAGGIO ho voluto fare una esperienza diversa, più strutturata per arrivare ad un pubblico più vasto possibile.

L’idea di un libro che parlasse delle mie esperienze di viaggio è nata inizialmente per condividere il mare di emozioni che mi attraversava durante le mie prime trasferte in luoghi lontani dalla zona di confort dove mi immergevo nel fascino del nuovo e inesplorato. “Tanta roba”, troppa roba da tenere per sé.

A ciò nel tempo si è aggiunta la consapevolezza dell’importanza della condivisione, sia per crescere che per trasferire il proprio bagaglio di conoscenze a qualcuno che idealmente può raccogliere il testimone. Provo più gioia e gratificazione nel dare che nel ricevere; sembrerebbe una frase fatta ma è così.

In ultima, scrivere è lasciare traccia di sé quando non ci saremo più.

La Francia è un paese che ami e senti particolarmente “nelle tue corde”. Perché?

Credo sia una cosa quasi ancestrale… quando vado in quella terra mi sento come a casa, qualcosa mi dice che c’è famigliarità, intesa, senso di appartenenza. La Francia, al netto delle sue contraddizioni e problematiche, è espressione del bello, delle tradizioni, della grandezza, dell’eleganza. Anche la lingua fluisce in modo quasi automatico come se fosse già stata dentro di me dal giorno in cui sono nato.

In Appunti di Viaggio non mi stanco di sollecitare il lettore a cogliere l’opportunità di esplorare, scoprire e sperimentare; l’amore per la Francia è nato in me proprio mentre la attraversavo facendo altro. Da turista probabilmente non sarei mai entrato negli anfratti della vita comune e non avrei mai colto quella vera essenza che ha fatto scattare in me la consapevolezza di questo legame così importante.

La valigia è la compagna inseparabile di ogni viaggiatore. Cosa non deve mai mancare?

Non dovrebbero mai mancare quelle cose che danno il senso di casa tua, quegli oggetti che oltre alla loro utilità fungono da aggancio mentale e ti fanno compagnia quando sei lontano.  Alcuni di essi per me, per esempio, sono le pantofole di pezza, le tisane della sera, i prodotti da toilette.

Ma indispensabili sono anche i farmaci di auto medicazione, le ciabatte da doccia, il kit da cucito è lo “zapping bag”… per tutto il resto c’è Mastercard (per usare lo slogan pubblicitario del noto circuito internazionale per i pagamenti elettronici).

La paura di ogni viaggiatore è quella di smarrire il bagaglio in aeroporto. Ti è mai capitato?

Fortunatamente solo un paio di volte in centinaia di viaggi! L’ultima volta accadde una quindicina di anni fa, ero diretto in Scozia e avevo uno scalo molto breve ad Amsterdam. Ricordo il senso di smarrimento e quasi panico che provai nel realizzare che quell’imprevisto avrebbe impattato nella mia programmazione e nella mia serenità lontano da casa (la serenità mentre si è in viaggio è la sommatoria di piccoli grandi fattori).

Decisi di raccogliere le idee e formulare un piano B davanti a un buon boccale di birra. Quel luppolo mi diede l’ispirazione di prendere l’evento con auto ironia e mi suggerì di buttarmi in uno shopping dell’ultimo minuto (l’ora lo consentiva fortunatamente) per salvare il salvabile. In quel viaggio ricordo che quello “storytelling” fu un argomento divertente e coinvolgente per rompere il ghiaccio con persone che non avevo mai visto prima; della serie unire l’utile al dilettevole.

Per concludere, viaggiare cosa ti aiuta a comprendere?

Quando dal finestrino dell’aereo guardo in basso mi rendo conto di quanto noi esseri umani siamo piccoli in rapporto alla terra che occupiamo; questo mi aiuta a riportare nella giusta dimensione eventuali problemi del momento e a comprendere i confini del nostro “micro cosmo” individuale.

Personalmente viaggiare mi ha reso più tollerante e più flessibile, più aperto al nuovo e consapevole che le diversità sono in fondo ricchezza. Immergersi in culture e tradizioni diverse significa mettersi in relazione con le proprie emozioni e con quella parte di se che magari non conosciamo così bene.

Sto realizzando che non c’è mai una sola verità ma che al contrario le prospettive sono diverse in funzione del luogo in cui si nasce, si cresce e si radicano in noi idee e convinzioni.

In fine per me il viaggio è sinonimo di libertà. Mi ha fatto comprendere quanto io ne abbia bisogno per essere felice e performante professionalmente al tempo stesso.

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