L’inflazione in Italia ha registrato un andamento più moderato del previsto, con dati che sorprendono al ribasso rispetto alle attese. Secondo il Centro studi di Unimpresa, l’indice dei prezzi al consumo ha mostrato una stabilità significativa nel mese di dicembre, con un tasso armonizzato dell’1,4% annuo e un indice nazionale fermo all’1,3%. Su base mensile, entrambi gli indicatori hanno registrato solo un lieve incremento dello 0,1%. Questo andamento differisce dal contesto europeo, dove l’inflazione nell’Eurozona ha toccato il 2,4% nello stesso periodo.
Un elemento chiave è rappresentato dall’andamento dei prezzi dell’energia, che sebbene in rialzo in Europa (+0,6% mensile), continuano a essere in calo in Italia su base annua (-2,9%). Tuttavia, i settori regolamentati hanno visto un’accelerazione, con un aumento dell’11,9% rispetto al 7,4% di novembre. Il costo dei servizi ha subito un leggero rallentamento, passando da un incremento del 2,8% a un più contenuto 2,6%, grazie alla riduzione dei prezzi nel comparto del tempo libero e della cura della persona.
Le previsioni per il 2025 indicano un ulteriore ritorno alla normalità, con un tasso d’inflazione vicino al 2%, in linea con gli obiettivi della Banca Centrale Europea. Questo scenario potrebbe favorire il taglio dei tassi d’interesse, con l’obiettivo di riportare il tasso sui depositi al 2% entro la metà dell’anno. Tuttavia, il rallentamento economico dell’Eurozona potrebbe portare a nuove revisioni delle stime.
Il cosiddetto “carrello della spesa“, che comprende beni di consumo essenziali, ha registrato un calo mensile dello 0,2%, con una crescita annua rallentata all’1,9%, segno che la pressione sui bilanci familiari sta diminuendo. Inoltre, l’inflazione di fondo, che esclude energia e alimentari freschi, si attesta all’1,8% su base armonizzata, inferiore alla media dell’Eurozona.
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