Incentivi fiscali alle assunzioni: la mossa che triplica il ritorno per lo Stato

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Un piano strutturale di agevolazioni per le PMI può rafforzare crescita, occupazione e conti pubblici

L’investimento che moltiplica il valore

Gli incentivi fiscali a lungo termine per le PMI che assumono lavoratori svantaggiati non sono una spesa, ma un vero investimento. Per ogni euro di sostegno, lo Stato incassa almeno 3,5 euro tra risparmi e nuove entrate. Un piano strutturale genererebbe un saldo positivo già dal primo anno, contribuendo alla crescita economica e alla coesione sociale.

I numeri dell’analisi Unimpresa

Secondo il Centro studi di Unimpresa, un incentivo medio di 6.000 euro annui per 50.000 nuove assunzioni costerebbe 300 milioni di euro l’anno. I benefici, però, sarebbero ben maggiori:

  • 600 milioni di risparmi su sussidi e ammortizzatori sociali;
  • 450 milioni di entrate fiscali e contributive aggiuntive;
  • un totale di 1,05 miliardi di euro l’anno, con un saldo netto positivo di 750 milioni.

Benefici diretti e indiretti

Oltre ai ritorni immediati, l’ingresso di nuovi lavoratori – in particolare madri single e disoccupati di lunga durata – stimolerebbe consumi aggiuntivi per 250 milioni l’anno, con un impatto sul Pil pari a +0,15 punti percentuali e ulteriori entrate fiscali indirette.

Una leva per la competitività nazionale

Gli incentivi non sono solo una misura di welfare, ma una vera politica industriale. Servono a ridurre la disoccupazione, rafforzare l’occupazione femminile, contrastare la carenza di manodopera e aumentare la competitività del sistema produttivo.

Scenari alternativi

  • Con 100.000 assunzioni incentivate, il costo per lo Stato salirebbe a 600 milioni, ma i benefici a 2,1 miliardi.
  • Con 200.000 assunzioni, l’investimento sarebbe di 1,2 miliardi e il ritorno di 4,2 miliardi.

In ogni scenario, ogni euro speso produce almeno 3,5 euro di ritorno.

Una scelta strategica per l’Italia

In un contesto di crescita moderata (+0,4% nel 2025) e con un tasso di occupazione femminile tra i più bassi in Europa (52,5%), gli incentivi fiscali alle assunzioni diventano una leva di lungimiranza economica. Possono migliorare i conti pubblici, sostenere lo sviluppo e ridurre le disuguaglianze sociali.