Il sacro oltre la fede: il Volume d’Arte Menarini celebra Cimabue ad Arezzo

Un viaggio affascinante tra arte, spiritualità e innovazione pittorica alle origini del Rinascimento

Cimabue tra arte e rivoluzione spirituale

Cimabue, nome d’arte di Bencivieni di Giuseppe, è oggi al centro dell’attenzione culturale grazie al nuovo Volume d’Arte Menarini, presentato nella suggestiva Chiesa di San Domenico ad Arezzo. Un evento che segna un’altra tappa della collana nata nel 1956 e che ogni anno accende i riflettori su un maestro dell’arte italiana.

In questa edizione, curata dalla storica dell’arte Miriam Fileti Mazza con il contributo di Liletta Fornasari, lo sguardo si posa sull’uomo che seppe trasformare il linguaggio della pittura sacra, superando i rigidi canoni bizantini e aprendo la via al naturalismo che sarà poi sviluppato da Giotto.

La sacralità oltre il dogma

“Cimabue emoziona con l’armonia silenziosa delle sue opere”, ha dichiarato Fileti Mazza. Nella sua arte, il sacro si libera dall’austerità bizantina e acquista umanitàdoloretensione emotiva. Il suo Crocifisso della Chiesa di San Domenico, realizzato verso il 1270, è la prima opera conosciuta: un capolavoro dipinto a tempera e oro su legno sagomato, sospeso sopra l’altare maggiore. Uno dei simboli dell’evoluzione visiva del dolore e della fede, ancora oggi capace di parlare al cuore dell’osservatore.

Un’eredità più forte del tempo

La storia di Cimabue è anche la storia della resistenza dell’arte contro l’oblio: molte delle sue opere sono giunte fino a noi in condizioni precarie, segnate da terremoti, alluvioni e dal deterioramento del tempo. Eppure, la sua visione ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della pittura occidentale.

Il volume, edito da Pacini Editore, ripercorre in modo chiaro e accessibile la vita e le opere del maestro, come sempre nello spirito della collana Menarini, che da decenni rende l’arte alla portata di tutti.

Una tradizione che educa alla bellezza

Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del Board del Gruppo Menarini, sottolineano: “Coltivare la bellezza è un atto quotidiano, e i nostri volumi d’arte vogliono essere strumenti di educazione emotiva e culturale”.

Non a caso, l’impegno di Menarini nella divulgazione culturale si arricchisce anche con Menarini Pills of Art, brevi video in otto lingue che raccontano aneddoti e dettagli delle opere trattate nei volumi. Un progetto che dimostra come una multinazionale farmaceutica possa curare anche l’anima, oltre al corpo.


FAQ su Cimabue e il Volume d’Arte Menarini

Chi era Cimabue?
Un pittore fiorentino del XIII secolo, considerato il precursore del Rinascimento.

Qual è l’opera più famosa di Cimabue?
Il Crocifisso della Chiesa di San Domenico ad Arezzo.

Dove si è tenuta la presentazione del volume Menarini?
Ad Arezzo, nella Chiesa di San Domenico.

Chi ha curato il volume su Cimabue?
La storica dell’arte Miriam Fileti Mazza.

Cosa distingue il volume Menarini su Cimabue?
Un linguaggio accessibile, arricchito da una visione storico-artistica profonda.

Cosa rappresenta il Crocifisso di Arezzo?
Una svolta nella rappresentazione del dolore e della spiritualità cristiana.

Cosa sono le Menarini Pills of Art?
Video pillole divulgative disponibili su YouTube in otto lingue.

Da quanto tempo Menarini pubblica volumi d’arte?
Dal 1956, con cadenza annuale.

Perché Cimabue è considerato un innovatore?
Per aver superato la pittura bizantina e avvicinato l’arte alla realtà.

Qual è il messaggio del volume?
Che l’arte di Cimabue trascende la fede e parla all’umanità intera.

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