Il PCI aderisce al “Comitato Erostraniero Salerno: l’umanità che fa bene!” per la raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che dia dignità e rispetto a chi viene accolto ed ai cittadini.
Il PCI ritiene il Comitato, per la ricchezza sociale delle adesioni, autorevole per:
la elaborazione di una piattaforma provinciale sui temi della immigrazione e del lavoro
una inchiesta particolareggiata e documentata sulle condizioni di lavoro e di vita degli immigrati già presenti, dall’Agro Nocerino Sarnese, alla Piana del Sele, al Vallo del diano, alla Costiera amalfitana
un tavolo permanente nella Prefettura, aperto, democratico e trasparente, sui temi dell’immigrazione e del lavoro
Il PCI invita tutti a constatare come la “gestione emergenziale ed arruffona” della questione migranti abbia già generato disorientamento e “rifiuto” nelle comunità locali.
Il caso di Cicerale vale per tutti, le dinamiche di quegli avvenimenti tristi vanno minuziosamente analizzati per evitarne il ripetersi in futuro.
Il PCI invita tutto il Comitato a ricucire quella mala pagina della comunità del salernitano dedicando una giornata di dialogo con la popolazione di Cicerale e le sue rappresentanze comunali come la storia di questa provincia ci insegna allorché nel 1974, nel corso di una rivolta ad Eboli in cui si erano ineriti gruppi neonazisti, il movimento studentesco universitario ed il movimento sindacale indirono una grande manifestazione nella città arginando la demagogia e prendendo la testa del disagio.
Il PCI invita il Comitato ad un incontro col prefetto sul tema degli edifici pubblici abbandonati e delle strutture confiscate alla camorra in provincia di Salerno; il monitoraggio di tali strutture consentirà la messa in comune di edifici per l’accoglienza dei migranti e di quanti possano trovarsi senza un tetto o per iniziative sociali e culturali.
Il PCI ritiene doversi completamente superare la gestione privatistica dei migranti.
Mafia capitale ci dice degli spaventosi arricchimenti delle mafie nella gestione del fenomeno e che il terzo settore è stato ampiamente mortificato da quella immagine. Il superamento del privato nella gestione dell’immigrazione vuol dire il superamento della logica emergenziale e del trattamento di esseri umani come si trattasse di merce di contrabbando o rifiuto speciale per l’opacità e la segretezza con cui si è gestito un “fenomeno” che va affrontato come “questione sociale”.
Il PCI ritiene i fenomeni migratori una Questione Sociale e come tale da affrontare.
Il PCI richiama tutte le forze e le soggettività sinceramente democratiche ad impegnarsi per l’unità di classe tra lavoratori immigrati e lavoratori locali.
Ai settori del padronato, alle borghesie ed ai loro alleati fa comodo anteporre questioni di carattere culturale e religioso per mantenere la divisione, la separazione tra lavoratori ed acuire l’intensità dello sfruttamento negando ai lavoratori immigrati ogni legittimazione di cittadinanza ed ai lavoratori locali dignità e giusta paga.
PER QUESTO IL PCI DICE: LOTTA DI CLASSE SI, GUERRA DI RELIGIONE NO!!
Il PCI sostiene che le competenze sulla immigrazione, finora di pertinenza esclusiva del Ministero degli Interni e delle Prefetture, vadano estese agli Enti Locali per superare la logica repressiva sulla Questione Sociale dei migranti.
Per questo si rende necessario il superamento della gestione privatistica della Questione Sociale migranti mediante la assunzione nel Pubblico – Stato Enti Locali – di tutto il personale che da due anni almeno lavora ed è impegnato nella accoglienza, nella gestione e nell’ integrazione dei migranti.
Il PCI invita il Comitato a chiedere:
- l’organizzazione di un tavolo permanente in Prefettura, aperto, democratico e trasparente, sui temi dell’immigrazione
- l’avvio con il tavolo organizzato in Prefettura di una inchiesta sulle condizioni di lavoro e di vita degli immigrati nella provincia
- l’immediata disponibilità pubblica di strutture ed edifici confiscati alla camorra al fine di renderli beni comuni in uso per accoglienza immigrati e senza tetto
- la sensibilizzazione delle Amministrazioni Locali a spingersi oltre il tabù del blocco delle assunzioni ed a richiedere la presa in carica di personale pubblico proprio tramite nuove assunzioni