Al Congresso SIP 2025 i pediatri italiani lanciano un grido d’allarme: troppa disuguaglianza nell’infanzia, dalla nascita alle cure
L’Italia dei bambini a due velocità
“Il futuro si costruisce nei primi anni”, ma in Italia non tutti i bambini hanno le stesse possibilità. È questo il messaggio con cui si è aperto a Napoli l’80° Congresso della Società Italiana di Pediatria (SIP). Secondo il presidente Rino Agostiniani, è inaccettabile che il luogo di nascita influenzi più della genetica l’accesso alla salute, agli screening neonatali e alla diagnosi precoce di patologie gravi. Un concetto condiviso anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che invita a superare le diseguaglianze territoriali tra i sistemi sanitari regionali.
Meno bambini, più fragili e diseguali
L’Italia è un Paese in cui si fanno pochi figli. Ma soprattutto, è un Paese che non investe abbastanza sull’infanzia. Le prime evidenze scientifiche mostrano come la salute si costruisca nei primi 1000 giorni: gravidanza e primi due anni di vita. È in quel periodo che povertà, inquinamento, cattiva alimentazione e stili di vita errati lasciano un’impronta permanente. Eppure, molti bambini in Italia non hanno le stesse chance. Chi nasce in certe regioni ha meno accesso a screening neonatali o alla profilassi contro il virus respiratorio sinciziale.
Alimentazione, povertà e obesità: due estremi dello stesso problema
In Italia, oltre 1,3 milioni di bambini vivono in povertà assoluta. Ma c’è anche il problema opposto: obesità e sovrappeso colpiscono il 30% dei minori, con picchi fino al 44% in Campania. Saltare la colazione, non mangiare frutta e vivere in quartieri privi di spazi per giocare è la quotidianità per troppi bambini. Nord e Sud vivono due infanzie diverse: a Trento l’obesità infantile è sotto il 7%, in Sicilia è oltre il doppio. La SIP denuncia anche la mancanza di asili nido, luoghi chiave per garantire un’alimentazione bilanciata e socialità.
Fragilità invisibili: l’epidemia di ansia e disagio psichico
I problemi non sono solo fisici. Oggi 1 adolescente su 7 soffre di disturbi mentali secondo l’OMS, e il suicidio è la quarta causa di morte tra i 15 e i 19 anni. In Italia, circa 2 milioni di minori presentano disagi comportamentali. Ma il sistema non è pronto: mancano neuropsichiatri, posti letto e servizi territoriali. E anche in questo ambito, chi nasce al Sud è più penalizzato. “Siamo davanti a una fragilità nuova, figlia dell’isolamento e della dipendenza digitale. I pediatri devono intercettarla e accompagnare le famiglie”, sottolinea Agostiniani.
La prevenzione è la chiave. Ma si investe poco
Solo il 5% del Fondo Sanitario Nazionale è destinato alla prevenzione, contro il 10-12% di Germania e Olanda. Eppure i dati sono chiari: 1 decesso su 3 è prevenibile. Ogni euro investito in prevenzione ne restituisce fino a 16. Ma in Italia il 54% delle scuole non ha una palestra, solo il 42% degli adolescenti è vaccinato contro l’HPV e il 27% dei quindicenni fuma. L’investimento nell’infanzia è una priorità sanitaria ed economica, ma continua a essere trascurato.
Intelligenza artificiale, nuovi farmaci e profilassi: il futuro è adesso
Il Congresso affronta anche l’impatto dell’intelligenza artificiale in pediatria: dalla diagnosi precoce alla personalizzazione delle cure. Spazio anche a terapie innovative: profilassi contro il virus respiratorio sinciziale, trattamenti contro la miopia e nuovi farmaci per l’obesità infantile. Ma serve una strategia chiara: portare queste innovazioni ovunque servano, a tutti i bambini, senza discriminazioni.
10 domande frequenti (FAQ)
1. Perché il luogo di nascita incide sulla salute dei bambini?
Perché in Italia i servizi sanitari non sono uniformi: alcuni territori offrono più screening e cure rispetto ad altri.
2. Cosa sono i “primi 1000 giorni”?
Il periodo che comprende gravidanza e primi due anni di vita, cruciale per la salute futura.
3. Cos’è la profilassi per il virus respiratorio sinciziale?
È una protezione farmacologica contro un virus che può causare bronchiolite e polmoniti nei neonati.
4. Quanto pesa l’obesità infantile in Italia?
Colpisce circa il 30% dei minori, con picchi del 44% in alcune regioni.
5. Quali sono le principali disuguaglianze territoriali?
Accesso a cure, screening, servizi psichiatrici e strutture scolastiche.
6. Quanto investe l’Italia in prevenzione?
Solo il 5% del Fondo Sanitario Nazionale, contro il 10-12% di altri Paesi europei.
7. Cosa può fare un pediatra contro le disuguaglianze?
Rilevare precocemente i segnali di disagio e guidare le famiglie verso i percorsi di cura.
8. Quali innovazioni saranno presentate al Congresso?
Intelligenza artificiale, nuovi farmaci per l’obesità, terapie per la miopia e profilassi RSV.
9. I disturbi psichici nei minori sono in aumento?
Sì, colpiscono circa 2 milioni di minori italiani e sono spesso sottodiagnosticati.
10. Cosa si può fare per cambiare le cose?
Investire in prevenzione, uniformare i servizi sanitari e sostenere concretamente le famiglie.
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