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ICTUS. ANDREA VIANELLO: “RIPRENDERSI DA UN ICTUS E’ POSSIBILE, NON BISOGNA ARRENDERSI MAI”

ictus
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IL CASO DI JOHN FETTERMAN, ELETTO SENATORE DELLA PENNSYLVANIA DOPO ESSERE STATO COLPITO DA ICTUS LO SCORSO MAGGIO

Nel mese di maggio 2022, pochi giorni prima di ottenere la candidatura per i Democratici, John Fetterman, per oltre 15 anni sindaco di Braddock, comune alla periferia di Pittsburgh, è stato colpito da ictus cerebrale. Fondamentale l’intervento della moglie che, avendo riconosciuto immediatamente i sintomi, non ha perso tempo e ha chiamato immediatamente i soccorsi. Ieri è stato ufficialmente riconosciuto come il volto vincente del partito democratico americano, visto che è stato eletto Senatore della Pennsylvania.

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Nel corso della campagna elettorale sono emerse le sue difficoltà ad elaborare le informazioni che gli arrivavano e, nel corso delle interviste, è dovuto anche ricorrere a tecnologie che lo aiutavano sottotitolando in tempo reale le domande dei giornalisti, interrompendo spesso i suoi discorsi con pause prolungate.

Andrea Vianello, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale): “L’afasia, un disturbo del linguaggio che colpisce circa il 30% dei pazienti colpiti da ictus, è sicuramente una delle conseguenze maggiormente disabilitanti di questa patologia e può avere un impatto devastante sulle attività della vita quotidiana, sulle relazioni, sull’autonomia e, in generale, sulla qualità di vita delle persone. Esempi come quello del neosenatore americano sono fondamentali per capire che l’ictus non è un tabù, non è qualcosa di cui vergognarsi, ma un pezzo di vita con cui fare i conti. Deve essere gestito e affrontato senza fingere che non sia successo nulla, senza sensi di colpa e cercando di prendere anche qualcosa di buono da questa esperienza sconvolgente. Il percorso di guarigione può essere lungo, faticoso, spesso avvilente. L’elezione a senatore di Fetterman è un esempio importante: nonostante le difficoltà causate dall’ictus è riuscito ad ottenere un risultato strabiliante e fornisce alla nostra Associazione la possibilità di sensibilizzare ancora una volta la popolazione su questa patologia. E’ stato grazie alla prontezza della moglie e alla tempestività dei soccorsi che Fetterman ha potuto evitare conseguenze ancora più gravi. L’ictus cerebrale è una patologia strettamente correlata al tempo, ogni minuto è fondamentale: più precocemente si interviene, migliori possono essere i risultati ottenuti grazie alle terapie disponibili.

Debolezza da un lato del corpo, bocca storta, difficoltà a parlare o comprendere (afasia),muovere con minor forza un braccio, una gamba o entrambi, vista sdoppiata o campo visivo ridotto, mal di testa violento e improvviso, insorgenza di uno stato confusionale, non riuscire a coordinare i movimenti né stare in equilibrio: questi sintomi – che si distinguono in base alla sede e all’estensione dell’area del cervello colpita – indicano chiaramente che potrebbe trattarsi di un ictus cerebrale. Se compare anche uno solo di questi sintomi, è necessario chiamare subito il 112 (in quelle regioni dove è attivo il numero unico di emergenza) o il 118. Per ridurre il rischio di mortalità ed evitare ictus particolarmente gravi, è fondamentale che la persona venga portata il più rapidamente possibile negli ospedali, possibilmente dotati dei centri organizzati per il trattamento, cioè le Unità Neurovascolari (Centri Ictus – Stroke Unit). Non solo: è fondamentale essere attivi nel tutelare la propria salute fin da giovani e avere una maggiore consapevolezza sui principali fattori di rischio per prevenire l’insorgenza di malattie cerebrocardiovascolari”.

L’ictus cerebrale, nel nostro Paese, rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Quasi 150.000 italiani ne vengono colpiti ogni anno e la metà dei superstiti rimane con problemi di disabilità anche grave. In Italia, le persone che hanno avuto un ictus e sono sopravvissute, con esiti più o meno invalidanti, sono oggi circa 1 milione, ma il fenomeno è in crescita sia perché si registra un invecchiamento progressivo della popolazione sia per il miglioramento delle terapie attualmente disponibili.

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