
Negli anni ’70 e ’80, gli investitori obbligazionari intervennero quando le autorità non riuscivano a contenere inflazione e deficit di bilancio. Fu in quel contesto che l’economista Ed Yardeni coniò il termine “vigilantes del mercato obbligazionario“, riferendosi a quegli investitori che esercitavano pressione sui governi attraverso il mercato, imponendo di fatto una disciplina fiscale.
Oggi, secondo l’analisi di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments, la situazione presenta molte analogie con quel periodo. Sebbene l’inflazione attuale sia più contenuta, il debito pubblico è in forte crescita. Negli Stati Uniti, il deficit ha raggiunto il 6,3% del PIL, un livello senza precedenti in tempi di espansione economica. Con il debito pubblico che quest’anno supererà il 100% del PIL, i mercati stanno osservando con attenzione le scelte della nuova amministrazione.
Gli effetti sugli Stati Uniti e sul Regno Unito
Negli Stati Uniti, l’amministrazione Trump ha proposto tagli fiscali e un aumento delle tariffe doganali, ma i mercati temono le possibili ripercussioni di queste misure. Anche se l’economia americana si dimostra resiliente, l’aumento dei rendimenti obbligazionari sta mettendo sotto pressione i titoli azionari.
Nel Regno Unito, l’incremento dei rendimenti dei Gilt ha indebolito la fiducia degli investitori, rendendo più difficile l’attuazione delle misure fiscali del Cancelliere Reeves. Secondo Steven Bell, circa il 75% delle variazioni nei Gilt britannici dipende dai movimenti del mercato obbligazionario statunitense. Tuttavia, il restante 25% è legato alle politiche interne, e le recenti decisioni del governo su salari minimi e aumenti nel settore pubblico hanno accentuato le difficoltà.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
L’evoluzione della situazione rimane incerta. Per gli Stati Uniti, ci si aspetta che l’inflazione continui a scendere nel corso del 2025, con la possibilità di una riduzione dei rendimenti dei Treasury se l’amministrazione riuscirà a contenere il deficit.
Per il Regno Unito, il contesto appare più complesso. Le imprese potrebbero aumentare i prezzi e ridurre il personale in risposta all’incremento dei costi salariali, mentre gli acquirenti di case potrebbero accelerare gli acquisti per evitare l’aumento dell’imposta di registro. Si prevede che la Bank of England possa ridurre i tassi di interesse il mese prossimo, anche se alcuni analisti ritengono che potrebbero rimanere invariati.
Nel frattempo, il rapporto dell’Office for Budget Responsibility di marzo potrebbe segnalare un livello di indebitamento superiore ai limiti fiscali stabiliti, alimentando il dibattito su possibili aumenti delle tasse. Tuttavia, non tutto è negativo: gli aumenti salariali nel settore pubblico hanno ridotto le tensioni sindacali e il settore edilizio, a parte quello residenziale, appare promettente.
Secondo Steven Bell, se i rendimenti obbligazionari inizieranno a scendere negli Stati Uniti, anche il Regno Unito potrebbe seguire lo stesso trend. A quel punto, i “vigilantes” del mercato obbligazionario potrebbero ritirarsi e gli asset di rischio potrebbero tornare a crescere.
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