Home Spettacolo Musica “I MIEI UOMINI”, IL NUOVO ALBUM DI AGNESE VALLE

“I MIEI UOMINI”, IL NUOVO ALBUM DI AGNESE VALLE

"I MIEI UOMINI", IL NUOVO ALBUM DI AGNESE VALLE
"I MIEI UOMINI", IL NUOVO ALBUM DI AGNESE VALLE
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Primo lavoro in studio da interprete della cantautrice e clarinettista romana, che rilegge alcune canzoni della storia della musica italiana nate al maschile, donando loro un nuovo punto di vista: da Tenco a Morgan, da Renato Zero a Brunori Sas, passando per Guccini, Appino, De Gregori e Dalla. A chiudere la carrellata, anche un brano inedito, “La fioraia”, scritto per lei da Pino Marino

L’album è parte integrante di un progetto teatrale che partirà nella primavera del 2024

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Non è solo un album, ma anche un’opera inedita di teatro-canzone, scritta e ideata da Agnese Valle che partirà nella primavera del 2024. Si intitola “I miei uomini” (Maremmano Records/Ird) ed è il primo lavoro in studio da interprete della cantautrice e clarinettista romana, che ha scelto di rileggere alcune canzoni della storia della musica italiana nate al maschile, scelte fra quelle che hanno segnato il suo percorso artistico e personale, donando loro un nuovo punto di vista.

Undici tracce in tutto: da Tenco a Morgan, da Renato Zero a Brunori Sas, passando per Guccini, Appino, De Gregori e Dalla. A chiudere la carrellata, anche un brano inedito, “La fioraia”, scritto per lei da Pino Marino.

Rivestìti di nuove intenzioni e di sonorità contemporanee ed eterogenee, spesso elettroniche, i brani scelti superano il tempo, le mode, i generi, trovando spesso visioni ribaltate in una reinterpretazione al femminile che non solo fornisce loro un nuovo sguardo, ma le riporta nel presente.

La produzione dell’album porta la firma di Fabrizio Fratepietro (per Pineta Produzioni), che racconta così l’approccio: “Non c’è stata un’unica intenzione per tuttele tracce. La sfida di partenza è stata quella di trattare le canzoni scelte, molte delle quali ben radicate nei periodi storici di uscita, con la libertà che si riserva a composizioni inedite. Siamo partiti spogliando i brani di qualunque vestito proposto dall’originale, a volte mantenendo un solo elemento che ne suggerisse la provenienza, e abbiamo lavorato conservando inizialmente solo il testo e la linea melodica. La sfida è stata quella di decontestualizzarli e attualizzarli rendendoli coerenti con la poetica e le sonorità che appartengono alla produzione originale di Agnese. Anche l’organico impiegato negli arrangiamenti vede, infatti, la presenza strumenti caratterizzanti della sua musica, come il clarinetto, sua seconda voce, ma anche le chitarre, il basso e i pianoforti, intrecciati a suoni elettronici, sintetizzatori e campionamenti”.

Se lo scopo di una produzione così puntuale è stato quello di abbattere il confine di una rappresentazione d’epoca, la narrazione dell’album punta a rendere universale la trattazione del sentimento affettivo e passionale, allargato e aggiornato a tutte le nuove declinazioni. Così, il colpo di fulmine in “Autogrill” viene cantato con voce femminile ma senza che l’oggetto del desiderio cambi genere e il “Baratto” diventa uno scambio alla pari se proposto da una donna.

Quello che si sviluppa tra i solchi dell’album è, quindi, un percorso amoroso che però vuole allargare la più stretta visione di relazione di coppia. Qui l’amore si fa attaccamento alla vita, accudimento, scelta, rinuncia, innamoramento fugace al bivio di una statale.

La struttura del disco è quella di un vero e proprio concept che già presagisce la forma spettacolo, dove ad ogni canzone appartiene un capitolo: Chi è di scena, Salto nel buio, L’incontro, Pezzi di ricambio, In un tempo migliore, Un cuore d’appartamento, La scelta, Quello che non vedi, L’attesa e la pazienza, Ciò che resta, Sipario.

Ad un preludio strumentale, ad indicare l’ingresso in scena dei personaggi, si contrappone un epilogo, un booklet sonoro (e fruibile anche in digitale) che riporta alla riapertura del sipario per i ringraziamenti di fine rappresentazione.

Non è un caso se questo album vede le stampe quasi all’alba del 2024, quando Agnese Valle festeggerà i dieci anni di attività discografica. Il progetto “i miei uomini”, infatti, muove i suoi primi passi proprio nel 2014, con il primo album dell’artista, “Anche oggi piove forte…”, dove troviamo una reinterpretazione di “Io e te” di Enzo Jannacci. Da lì la tradizione, reiterata in tutti i successivi lavori in studio da cantautrice, di omaggiare cantautori uomini dedicando una traccia ad album alla reinterpretazione al femminile di un loro brano: Maledette malelingue di Ivan Graziani in “Allenamento al buonumore” e Ventilazione di Ivano Fossati in “Ristrutturazioni”, stabilendo così una struttura fissa in tutta la sua produzione discografica. Il nuovo album “I miei uomini” (quarto della sua produzione) corona quindi questo percorso, costruendosi in una forma a specchio rispetto agli altri, cioè ospitando, come suggerisce il titolo, gli uomini di riferimento per ascolto e modello narrativo dell’artista insieme però al brano scritto da Pino Marino.

L’INEDITO – “LA FIORAIA” (Pino Marino)

La Fioraia che vende i fiori camminando, vive del suo lavoro come ogni giorno vive la sua vita. Attende e attraversa le stagioni come le strade che con quotidiana pazienza e senza sosta percorre. Nel suo “camminare tanto”, improvvisamente riflessa nella vetrina di un Bar, si rende conto di stringere in una mano l’ultima rosa di quello che era un enorme e folto mazzo. Tenendosi aggrappata all’esile impalcatura del suo gambo, la fioraia si ferma silenziosa dai suoi passi e trova il modo di riattraversare il tempo avuto, dividere le stagioni in strofe e riosservare gli incontri avuti in ogni angolo del suo viaggio e con tutte le generazioni. Fra gli sguardi compiaciuti o giudicanti, dopo tutte le monete strette in un palmo, oltre le teste chine a sfogliare con le dita le vite non presenti degli smartphone, nella fretta e nel disagio circostante, ritrova la bellezza, la certezza, il suo accompagnatore e la motivazione di ogni cosa. Probabilmente non la venderà, forse deciderà di tenerla per sé, ma la sua ultima rosa ha portato la fioraia qui da noi per essere cantata (dopo aver tanto cantato camminando) dalla voce di Agnese Valle. “L’unica canzone inedita di questo suon primo album da interprete, giunto dopo i suoi primi tre da cantautrice – dice Pino Marino – è proprio quella che a lei ho affidato perché potesse far parte della sua galleria umana, piena di risvolti e particolarità sfaccettate dell’amore umano, dell’amore e del sentire umano per le cose umane, del nostro tempo, del nostro lavoro, delle aspettative, degli incontri e di ciò che resta dopo aver ‘camminato tanto’”.

TRACKLIST

1) CHI E’ DI SCENA

Strumentale (Fabrizio Fratepietro)

2) SALTO NEL BUIO

La Valigia dell’attore (Francesco De Gregori)

3) L’INCONTRO

Autogrill (Francesco Guccini)

4) PEZZI DI RICAMBIO

Baratto ( R.Zero, Mario Vicari, Franca Evangelisti)

5) IN UN TEMPO MIGLIORE

Telefonami tra vent’anni ( Lucio Dalla)

6) UN CUORE D’APPARTAMENTO

Altrove ( Marco Castoldi)

7) LA SCELTA

Il testamento (Andrea Appino, Giulio Ragno Favero)

8) QUELLO CHE NON VEDI

Kurt Cobain (Dario Brunori)

9) L’ATTESA E LA PAZIENZA

La fioraia (Pino Marino)

10) CIO’ CHE RESTA

Ragazzo mio (Luigi Tenco)

11) SIPARIO

Reprise

CREDITI

Produzione musicale – Fabrizio Fratepietro

Ideazione e progetto – Agnese Valle

Creative factory – Pineta Produzioni

Annalisa Baldi – chitarra elettrica e acustica

Fabrizio Fratepietro – synth, elettronica, batterie, vibrafono

Stefano Napoli – basso elettrico

Andrea Pesce – pianoforte, Solina, Prophet, Crumar, Moog

Marcello Tirelli – pianoforte e Fender Rhodes

Agnese Valle – voce, cori e clarinetto

Registrato e missato da Fabrizio Fratepietro

presso lo studio di registrazione Music Room 28

Registrazione Rhodes e pianoforti presso Maladisco Studio

Masterizzato presso il Forward Studios da Carmine Simeone

Etichetta – Maremmano Records

Distribuzione – IRD International Records Distribution

Press – Strategie di comunicazione di Daniela Esposito

strategie.de@gmail.com

Foto di copertina – Tamara Casula

Artwork – Giulia Valle

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