
“Satana” è il nuovo singolo dei toscani Liv Charcot, disponibile da venerdì 28 aprile in radio e su tutte le principali piattaforme digitali.
“Satana” è un brano che parla di depressione, una canzone cantata da dentro, che costringe l’ascoltatore al buio e al confronto. Il titolo si riferisce metaforicamente alla figura Satana come incarnazione del male, una sofferenza interiore che, come un buco nero, è in grado di risucchiare tutto, soprattutto noi stessi.
La band ci ha raccontato il significato di questo loro nuovo brano e altre curiosità!
Benvenuti sulle pagine di Italia News! Iniziamo un po’ dal principio: come ha avuto inizio il progetto dei Liv Charcot?
Come Google e come tutte le altre band del mondo: in un garage. Ma sarà vero poi? Per noi sì, quando eravamo piccoli (17-18 anni) eravamo squattrinati e punk, ci chiamavamo “Indovena”, poi con i Liv Charcot ci siamo messi a fare musica più ricercata e siamo diventati ricchissimi.
Quanto è importante il feeling umano e artistico per sviluppare un progetto come il vostro?
Importantissimo. Che poi non è che ti devi stare simpatico, nella musica è un’altra frequenza di risonanza. Capita delle serate che ti ammazzeresti a vicenda a livello personale, poi però ti metti a suonare ed escono fuori dei pezzi cento volte migliori di quando tutto va pace e amore.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il vostro stile?
Erik Satie, i Portishead, i Velvet Underground e Giorgio Poi.
Quanto conta la sperimentazione nella vostra musica?
Tanto ma senza fissarci troppo però. Poi sennò finisci a cercare di fare le canzoni forzatamente “strane”, e non è che sia né così importante né così espressivo di per sé. Pensiamo che la sperimentazione esista già nel momento in cui non ti poni dei limiti di genere o di suono.
“Satana” è il vostro nuovo singolo. Da quale idea nasce la scelta del titolo? Di cosa parla?
Era una canzone con un ritornello dispari, bisognava contare 6, poi 6, poi 6, e l’ultimo giro 5. Per cui non avendo ancora un titolo per capirci tra noi la chiamavamo “Satana+5”. In seguito, abbiamo pareggiato i giri ma il nome è rimasto sia perché ci eravamo affezionati, sia perché era perfetto per il testo e l’atmosfera del pezzo.
Parlando di concerti. Che atmosfera si respira durante i vostri live?
Non ne abbiamo idea, di solito andiamo in trans all’inizio del concerto e ci risvegliamo alla fine. Inoltre, abbiamo cambiato un po’ genere, l’atmosfera cambierà. C’è solo un modo per scoprirlo… seguiteci sui nostri spazi e appena presenteremo le canzoni live venite a sentirci, lo scopriremo insieme!
Prossimi impegni?
Odio gli impegni. Speriamo nessuno, e tanti piaceri.