
La Germania sta vivendo un momento cruciale nella gestione delle sue finanze pubbliche. L’accordo di governo tra CDU e SPD prevede una svolta significativa: la spesa militare superiore all’1% del Pil sarà esclusa dal vincolo del debito, e verrà istituito un fondo straordinario da 500 miliardi di euro destinato alle infrastrutture. Questo piano potrebbe avere un effetto espansivo sull’economia, stimolando una crescita annua compresa tra lo 0,5% e l’1% del Pil, secondo le stime del Centro studi di Unimpresa.
Un accordo storico per la Germania e l’Europa
L’intesa tra i conservatori della CDU e i socialdemocratici della SPD rappresenta un passo importante non solo per la Germania, ma per l’intera Eurozona. La decisione di escludere la spesa militare dal vincolo del debito e di creare un fondo per le infrastrutture segna un cambiamento netto nella politica fiscale tedesca. Secondo Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa, «la stabilità politica della Germania è un pilastro essenziale per il futuro dell’Europa, soprattutto in un momento di incertezze globali».
L’accordo arriva dopo settimane di negoziati e dimostra la capacità della Germania di agire con pragmatismo e responsabilità. «È un segnale incoraggiante, soprattutto quando il progetto europeo sembra vacillare sotto il peso di crisi geopolitiche e rivalità tra potenze come USA, Russia e Cina», ha aggiunto Ferrara.
La situazione economica tedesca: una fase complessa
Nonostante l’ottimismo generato dall’accordo, la Germania sta affrontando una fase economica delicata. Nel 2024, il Pil reale tedesco è sceso dello 0,1%, dopo un calo dello 0,3% nel 2023. Si tratta di due anni consecutivi di contrazione, un evento raro per un’economia che per decenni è stata il motore dell’Europa.
Il quarto trimestre del 2024 ha registrato una crescita negativa del -0,2%, con le esportazioni in netto calo. La produzione industriale, che rappresenta il 29,1% del Pil, non offre un quadro migliore: a novembre 2024 è diminuita del 2,8% su base annua, con settori chiave come l’automotive e la metallurgia in difficoltà da oltre un anno.
Investimenti e riforme: la ricetta per il rilancio
Il piano di investimenti per le infrastrutture e la promessa del leader della CDU, Friedrich Merz, di puntare su ricerca e sviluppo – con l’ambizioso obiettivo di realizzare il primo reattore a fusione nucleare – potrebbero ridare slancio a un sistema produttivo in affanno.
La riforma del freno al debito e il sostegno all’Ucraina confermano che la Germania non intende arretrare sul piano internazionale. «Un’Europa forte ha bisogno di una Germania solida, capace di trainare le imprese e i mercati», ha osservato Ferrara.
Le prospettive future
Se la spesa per la difesa raggiungesse il 3,5% del Pil e il fondo per le infrastrutture venisse interamente sfruttato, il debito pubblico tedesco potrebbe raggiungere circa l’80% del Pil entro i prossimi dieci anni. Tuttavia, i benefici di questa politica espansiva potrebbero estendersi anche agli altri Stati dell’Eurozona, contribuendo a una ripresa economica più ampia.
«La stabilità politica è il primo passo, ora servono scelte coraggiose per trasformare i numeri in opportunità. Il tempo, come sempre, dirà se saranno all’altezza», ha concluso Ferrara.