Gaza sull’orlo: Netanyahu annuncia un’offensiva totale e la diaspora dei profughi

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Israele prepara un attacco su larga scala mentre cerca paesi pronti ad accogliere oltre metà della popolazione di Gaza

L’annuncio di Netanyahu: “Entreremo con tutta la nostra forza”

Durante una visita ai soldati israeliani feriti, il premier Benjamin Netanyahu ha annunciato che l’esercito israeliano è pronto a entrare con tutta la sua forza a Gaza. L’obiettivo è duplice e non negoziabile: eliminare Hamas e liberare tutti gli ostaggi ancora nelle mani dell’organizzazione palestinese.

“Queste due cose vanno fatte insieme”, ha ribadito Netanyahu, confermando la determinazione del governo israeliano a portare avanti l’offensiva senza compromessi.

La strategia parallela: ricollocare oltre metà della popolazione di Gaza

Non solo guerra, ma anche una proposta geopolitica esplosiva. Netanyahu ha dichiarato che Israele è al lavoro per identificare Paesi disposti ad accogliere i profughi di Gaza. Secondo il premier, “oltre il 50% se ne andrà, se ne avrà la possibilità”.

Una frase che ha già suscitato forti reazioni internazionali, perché implica un trasferimento di massa che, secondo alcuni osservatori, potrebbe costituire una forma di deportazione mascherata o pulizia etnica.

L’eco della liberazione: Edan Alexander atteso da Trump

Nel frattempo, la liberazione dell’ostaggio israelo-americano Edan Alexander ha creato un nuovo fronte di attenzione mediatica. Dopo il rilascio da parte di Hamas, Edan dovrebbe recarsi a Doha per un incontro personale con l’ex presidente USA Donald Trump, figura chiave nella trattativa secondo fonti diplomatiche.

Uno scenario esplosivo tra guerra, esodi e diplomazia parallela

L’annuncio israeliano, unito alla richiesta di ricollocamento dei gazawi e al coinvolgimento di Trump, rende il quadro ancora più incandescente. L’offensiva potrebbe partire nei prossimi giorni, e il destino di centinaia di migliaia di civili palestinesi pende su un filo sottile di diplomazie segrete e decisioni militari.

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