La proposta di Hamas ai mediatori internazionali prevede una gestione indipendente della Striscia, mentre si apre uno spiraglio per il rilascio degli ostaggi
Proposta di svolta: un governo tecnico per la Striscia di Gaza
Nel pieno di una crisi umanitaria e militare sempre più drammatica, Hamas ha lanciato un’iniziativa diplomatica che potrebbe cambiare il volto della Striscia di Gaza. Secondo un funzionario del movimento, è stata presentata ai mediatori internazionali una proposta per un accordo globale con Israele. Il punto chiave? La gestione futura di Gaza sarebbe affidata a un organismo tecnico e indipendente, dotato di pieni poteri decisionali, fuori dal controllo diretto delle fazioni politiche attualmente in conflitto.
Una mossa che mira a rassicurare la comunità internazionale e a offrire una via d’uscita politica a uno dei conflitti più intricati del Medio Oriente.
Gli Stati Uniti aprono a un ruolo di Hamas nel governo post-conflitto
Secondo quanto riferito da Channel 12, fonti saudite avrebbero confermato che gli Stati Uniti stanno valutando un coinvolgimento di Hamas nella futura amministrazione di Gaza, una volta raggiunto un accordo di tregua.
Il piano americano partirebbe dal rilascio di 10 ostaggi israeliani come gesto iniziale, in cambio di un cessate il fuoco temporaneo, per poi negoziare un assetto politico più stabile e condiviso.
L’Egitto rifiuta l’ambasciatore israeliano dopo l’annuncio dell’offensiva
L’approvazione da parte di Gerusalemme di una nuova offensiva su Gaza ha inasprito le tensioni nella regione. L’Egitto, che gioca da sempre un ruolo chiave come mediatore, ha reagito con fermezza rifiutando l’ambasciatore israeliano, in un gesto che segnala una crescente insofferenza per le scelte militari dello Stato ebraico.
Rilasci imminenti: Hamas libera l’israelo-americano Edan Alexander
In un segnale concreto di apertura, Hamas ha confermato il rilascio di Edan Alexander, cittadino israelo-americanorapito mesi fa. Le trattative con gli Stati Uniti, secondo fonti ufficiali, si sono intensificate negli ultimi giorni, portando a una svolta.
L’inviato speciale dell’amministrazione Trump, Witkoff, sarà in Israele per supervisionare l’operazione, prevista entro 48 ore.
Nel frattempo, l’inviato speciale americano per gli ostaggi, Boehler, ha lanciato un appello a Hamas affinché restituisca anche i corpi di quattro cittadini americani ancora dispersi.
Tra diplomazia e minacce di escalation, il conflitto a Gaza resta appeso a un filo. Le prossime ore saranno decisive per capire se prevarrà la logica della guerra o quella del compromesso.
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