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GAM: Nel 2023 il Giappone potrebbe evitare la recessione

Lukas Knueppel, Investment Director, Japan Equities di GAM
Lukas Knueppel, Investment Director, Japan Equities di GAM
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A cura di Lukas Knueppel, Investment Director, Japan Equities di GAM

Crediamo che il Giappone sia in grado di evitare la recessione nel 2023 grazie alla ripresa post-Covid. Gli utili societari dovrebbero beneficiare dell’inversione di tendenza di alcuni fattori negativi e il mercato azionario presenta un potenziale di rialzo, se non altro in caso di rallentamento dell’inflazione e di riduzione delle pressioni sui tassi di interesse.

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I consumi privati in Giappone sono in ripresa dall’autunno dello scorso anno e dovrebbero continuare a rappresentare un fattore positivo nel 2023 grazie alla politica sul Covid meno rigida del governo. La riapertura da ottobre 2022 ha avvantaggiato i settori correlati al turismo. Come evidenziato dalle statistiche, gli stranieri tornano a visitare il Giappone, anche se siamo ancora lontani dai picchi per via dell’assenza dei turisti cinesi che rappresentavano un flusso importante per il Paese.

La produzione industriale è stata robusta di recente, ora che sono rientrate le distorsioni dovute al Covid, tranne che per i produttori di automobili perché l’approvvigionamento di semiconduttori è ancora difficile. La situazione però è migliorata rispetto a qualche mese fa. Gli ordini di macchinari in Giappone restano alti, con poche battute d’arresto. Il mercato si aspetta un rallentamento più marcato all’inizio del 2023 e poi una ripresa verso la fine dell’anno. Considerata la situazione odierna, la domanda debole di PC e cellulari incide negativamente anche sulla domanda di macchine e componenti. In risposta ai problemi per la sicurezza nazionale, si sono moltiplicati gli sforzi per rafforzare le catene di distribuzione, che hanno favorito una nuova ondata di investimenti fissi. Per esempio, in Nord America, gli investimenti per la costruzione di fabbriche per semiconduttori avanzano rapidamente e lo stesso vale nel settore dei trasporti, in particolare con massicci investimenti nei veicoli elettrici. Anche gli ordini nel settore della robotica sono in aumento. Tuttavia, la Federazione internazionale della robotica ha sottolineato che, nonostante tutti gli ostacoli su scala globale e le restrizioni per il Covid in Cina, nel 2022 si prevede una crescita degli impianti globali del 10%. In prospettiva futura, con il rallentamento della ripresa post-pandemia nei prossimi tre anni, crediamo che il tasso di crescita medio annuo potrebbe essere tra il 5% e il 9%. La crescita dovrebbe essere trainata, in particolare, dalla domanda robusta in Asia. La domanda mondiale di semiconduttori ha rallentato molto in Asia dalla fine della primavera, in particolare per la domanda scarsa di PC e telefoni cellulari. Altre regioni hanno mostrato un andamento stabile o in lieve ribasso.

Gli utili aziendali hanno toccato nuovi massimi nel 2022, anche grazie all’effetto positivo della debolezza dello yen. I margini di utile hanno però risentito dell’improvviso aumento dei prezzi alla produzione che sono risaliti a causa della debolezza dello yen, dato che molte risorse vengono pagate in dollari. Ciononostante, il margine prima delle imposte del 6,6% è a un livello record, ben oltre il record precedente del 2018, e 260 punti base oltre il livello alla vigilia della crisi finanziaria globale del 2007/2008. Dato che i prezzi delle materie prime si sono stabilizzati negli ultimi mesi, possiamo aspettarci un effetto positivo sui prezzi al consumo negli Stati Uniti. Quando l’inflazione raggiungerà il livello massimo, le pressioni sui tassi di interesse negli Stati Uniti diminuiranno e i mercati inizieranno a prevedere una stretta monetaria meno aggressiva da parte della Federal Reserve. Tale scenario favorisce il rafforzamento dello yen che potrebbe ridurre anche le pressioni inflazionistiche in Giappone col calo dei prezzi all’importazione.

Nel 2023 potremmo dunque assistere a un’inversione di tendenza dei fattori che in precedenza gravavano sui margini delle aziende giapponesi, con una modesta crescita degli utili del 5% circa, anche qualora le vendite calassero per una temporanea debolezza della domanda. Il mercato azionario dovrebbe beneficiare del calo dell’inflazione, dell’allentamento delle pressioni sui tassi di interesse e del miglioramento dei margini. Inoltre, il rendimento da dividendi in Giappone resta su livelli storicamente elevati del 2,5% circa rispetto a un rendimento dei titoli di Stato decennali dello 0,25%. La valutazione del mercato azionario è ai minimi storici, in linea con un PE relativamente basso di 13. In un certo senso, tale valutazione incorpora già un potenziale calo degli utili temuto dagli investitori, per esempio a causa di una possibile recessione negli Stati Uniti il prossimo anno.

Le speculazioni sulla stretta monetaria della Federal Reserve, abbinate agli effettivi rialzi dei tassi, hanno portato il mercato azionario a privilegiare i titoli value rispetto a quelli growth. Infatti, i rialzi dei tassi negli Stati Uniti hanno inciso maggiormente sui flussi di utile a lungo termine dei titoli growth rispetto a quelli value che, in genere, beneficiano degli aumenti degli utili ciclici nel breve periodo. Nel 2023 la discesa dell’inflazione globale e la stabilizzazione dei tassi di interesse delineano uno scenario più favorevole ai titoli growth. Inoltre, dato che l’attività economica dovrebbe rallentare un po’ su scala globale nel 2023, prima della ripresa nel 2024, le società di qualità, con margini robusti grazie al potere di determinazione dei prezzi, una situazione patrimoniale solida e a un management d’eccellenza dovrebbero fare relativamente bene.

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