Home Spettacolo Musica Gabriele Mancuso ci racconta il suo singolo “La mia depressione latente”

Gabriele Mancuso ci racconta il suo singolo “La mia depressione latente”

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Gabriele Mancuso, nato a Cantù nel maggio del 1985, vive di musica, insegnandola e scrivendola. La sua carriera artistica inizia con un progetto solista in acustico e si evolve nella rock band Kimera, con la quale Gabriele pubblica due dischi, “Adesso più che mai” (2007) e “Solo se lo vuoi” (2013), ai quali seguono due massicci tour in giro per il nord Italia (aperture di rilievo a NEK Albese con Cassano e a DANILO SACCO – Nomadi – e Camaleonti a Lurago Marinone). Dopo una terza tournée e che li porta fino in Sardegna, Gabriele decide di prendersi una pausa dalla band per dedicarsi nuovamente a un progetto solista. Inizia a scrivere nuovi brani e di getto, in una sola settimana, registra l’EP “Le mie catene”, presso lo Spun Studio di Stefano Santi. Brani intensi e oscuri, nati dall’esigenza personale di raccontare storie vere, spesso cupe e dolorose, altre volte cariche di gioia e felicità. Nel 2020, durante il primo lockdown, nascono una serie di nuove canzoni che danno vita ad un nuovo progetto interamente registrato live in studio da Max Zanotti (Deasonika – Casablanca). Nel 2022 escono due brani live: “Il tempo che stiamo perdendo” registrato insieme a Nico Secondini al piano (The Fuzzonest) e Sospesi registrato chitarra, voce e loop station.

In occasione dell’uscita del singolo “La mia depressione latente” abbiamo avuto il piacere di intervistare Gabriele Mancuso.

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Come sei arrivato alla musica? Hai mai avuto paura di non essere all’altezza?

Ci sono arrivato nel momento più delicato della vita di una persona…la potentissima preadolescenza. A 12 anni ero davvero in difficoltà dal punto di vista comunicativo.

Balbettavo, avevo poca fiducia in me stesso e non è che a casa fossero proprio tutte rese e fiori.

In quel momento il mio sguardo si è posato sulla chitarra “abbandonata” di mia sorella, messa in un angolo della casa a prendere polvere ed è successo…insomma, è la musica che si è fatta trovare.

Ho paura tutti i giorni della mia vita, ma non di non sentirmi all’altezza…anzi…ho paura di conoscere il Gabriele che si sente sempre all’altezza.

Quale è stata la tua musica di riferimento?

Sempre in quel periodo i Green Day mi hanno svoltato la vita! Ero a Bologna in gita, alle medie, e mi sono comprato il mio promo album. Da lì poi ho conosciuto tutto il resto…

Oggi vado fuori di testa per band come i Biffy Clyro ad esempio!

Hai uno strumento musicale al quale sei particolarmente legato?

Beh, la chitarra è assolutamente il mio strumento…ma ultimamente sono alla ricerca di sonorità più profonde e particolari. A breve so già che mi comprerò un armonium. 

Recentemente è uscito il tuo nuovo singolo “La mia depressione latente”. Ci racconti com’è nato?

È nato dalla necessità di dare un volto alla mia ombra. È una canzone sincera e profonda che racconta il malessere di una persona che sta lavorando su se stessa e con se stessa.

Scritta e registrata live in 10 minuti, così, di getto. Ne vado molto fiero.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto lavorando seriamente ad un progetto che mi stuzzica da un po’: suonare e registrare live con un’orchestra di 50 elementi. Tanta, tanta, tanta roba per me e per la mia esperienza personale.

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