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Fibrillazione atriale di nuova insorgenza durante la COVID-19: un marker di gravità della malattia

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A cura del Dr. Giovanni Ghirga

la FIbrillazione Atriale di nuova insorgenza (NFA) sembra essere comune (5,4%) tra i pazienti ricoverati in ospedale con COVID-19.
Quasi la metà dei pazienti con una NFA è deceduta durante il ricovero. Dopo aggiustamento multivariato per comorbidità e gravità della malattia, una NFA non risulta comunque essere statisticamente associata alla morte in modo significativo; questo suggerisce che una NFA, in questi pazienti, può essere principalmente un marker di altri fattori clinici avversi piuttosto che un fattore indipendente di mortalità.

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In questo studio una NFA era correlata a fattori di rischio dei pazienti e ai dati demografici.
I pazienti che hanno sviluppato una NFA erano più anziani e avevano più i comorbilitá cardiovascolari di quelli che non sviluppavano una NFA.

Una NFA è stata anche associata a marcatori di gravità della malattia, come ipotensione e ipossia al momento del ricovero le quali hanno richiesto cure in terapia intensiva, ventilazione meccanica, sviluppo di complicanze tromboemboliche venose, necessità di terapia sostitutiva renale e degenza ospedaliera più lunga.

Una NFA, nel contesto della COVID-19, è un indicatore dunque sia delle comorbilità dei pazienti che dell’aumento della gravità della malattia stessa.

La normale saturazione di ossigeno al momento del ricovero potrebbe essere un marcatore di malattie respiratorie meno gravi.
Una associazione significativa tra FA ed eventi cardiovascolari maggiori avversi (MACE) non sorprende, data l’interazione stabilita tra FA ed altre patologie quali l’infarto miocardico non fatale, la morte cardiovascolare, l’ictus, la comparsa di una nuova insufficienza cardiaca e lo shock cardiogeno; é noto che la FA e l’insufficienza cardiaca coesistono frequentemente e il loro ruolo nella patogenesi reciproca è stato ipotizzato.

Per quanto riguarda l’ictus, la FA è un noto fattore di rischio indipendente ed è coinvolto nello sviluppo di ictus cardioembolici. Questo ha portato a prove coerenti che l’anticoagulazione deve essere considerata nella gestione della FA per la prevenzione dell’ictus embolico. Inoltre, la FA ha una forte associazione con l’ictus ischemico nel contesto della sepsi anche dopo aver controllato i fattori demografici e i marcatori della malattia.
A differenza della mortalità, la relazione temporale tra l’insorgenza di una NFA e gli eventi MACE non ha potuto essere valutata in questo studio.

In conclusione:
La COVID-19 presenta una ampia gamma di complicanze cardiache inclusa la FA.
La FA è comune nei pazienti critici ed è associata a una maggiore morbilità e mortalità.
Un paziente su 20, ricoverato in ospedale con COVID-19, ha sviluppato una NFA.
Una NFA è stata fortemente associata ad un aumento della mortalità intraospedaliera e ad eventi cardiovascolari avversi maggiori.
L’associazione tra una NFA e l’aumento del rischio di morte si è completamente attenuata dopo aggiustamento multivariato per fattori ospedalieri e comorbidità sottostanti, suggerendo che la FA è un marker di gravità della malattia piuttosto che un fattore indipendente di mortalità.

Rosenblatt AG, Ayers CR, Rao A, Howell SJ, Hendren NS, Zadikany RH, Ebinger JE, Daniels JD, Link MS, de Lemos JA, Das SR. New-Onset Atrial Fibrillation in Patients Hospitalized With COVID-19: Results From the American Heart Association COVID-19 Cardiovascular Registry. Circ Arrhythm Electrophysiol. 2022 May;15(5):e010666. doi: 10.1161/CIRCEP.121.010666. Epub 2022 Apr 27. PMID: 35475654.

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