L’agente Darren Wilson, il poliziotto che a Ferguson sparò e uccise il diciottenne nero Michael Brown, non sarà incriminato. Questa è stata la decisione del gran giurì dopo aver ascoltato una sessantina di testimoni, le registrazioni audio, i risultati delle autopsie e la deposizione dello agente. Per la giuria le prove non sono state ritenute sufficienti per una incriminazione. L’agente dunque è libero da ogni accusa. La notizia si è diffusa come un lampo e la tensione in tutti gli Stati Uniti è salita improvvisamente.
Il padre di Michael Brown si è detto “devastato” dalla notizia. “Siamo profondamente delusi per il fatto che l’assassino di nostro figlio non dovrà rispondere delle sue azioni”, ha fatto sapere la famiglia.
A New York si è formato un corteo spontaneo, partito da Union Square e ha occupato Times Square, nel cuore di Manhattan. Cortei si segnalano anche a Washington. A Ferguson, epicentro della protesta, sono state sfondate le vetrine di alcuni negozi, e la polizia è dovuta intervenire con i gas lacrimogeni. Testimoni parlano di colpi di pistola e roghi agli edifici.
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha chiesto alla polizia di Ferguson di dar prova di moderazione nel trattare coi manifestanti. Anche il ministro della giustizia Usa Eric Holder cerca di gettare acqua sul fuoco dichiarando con un comunicato che l’inchiesta federale sull’uccisione di Michael Brown va avanti. La procura di St.Louis con un tempismo definito da molti inopportuno ha diffuso le foto che mostrano l’agente Wilson ferito dopo la colluttazione con Brown.
Proteste anche a St.Louis, nella zona di University City dove testimoni hanno riferito di aver udito colpi di arma da fuoco. Nella zona sarebbe stata schierata la Guardia Nazionale. Secondo alcuni media un poliziotto sarebbe rimasto ferito. Altri testimoni parlano di colpi di pistola sparati contro una troupe della Nbc.