
La Toscana è stata la prima regione ad attivarsi nella regolamentazione della fecondazione eterologa, ancor prima dello Stato, ha aperto le porte di ospedali pubblici e cliniche private alle coppie desiderose di aver un figlio. Appena ieri il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, aveva annunciato di aver pronto uno schema di decreto legge, che porterà in uno dei prossimi Consigli dei Ministri, con il quale si imposteranno le basi e le regole necessarie per l’accesso alla fecondazione eterologa, anche sulla base delle indicazioni emerse dal Gruppo di lavoro convocato nelle scorse settimane al Ministero della Salute.
Intanto con l’apertura alla fecondazione eterologa si pongono non pochi problemi, a partire dalla tracciabilità del donatore, anche nel caso in cui i gameti siano stati importati dall’estero. Il ministro Lorenzin ha spiegato che l’attivazione di un registro nazionale consentirebbe di “monitorare e conteggiare correttamente le donazioni a carico di ciascun donatore che esporta nel nostro Paese. Nel 2015, ha specificato il ministro della Salute, dovrebbe entrare in vigore una direttiva dell’Unione Europea che introdurrà un codice di identificazione unico europeo, un sistema di codifica unico per tutti i Paesi dell’Unione allo scopo di rendere semplice e sicura la tracciabilità, codice di identificazione che sarà obbligatorio per la fecondazione eterologa.
Altro problema che ci si è posti è quello della conoscibilità del donatore/donatrice, nel caso in cui vi fosse la necessità, ad esempio, di un trapianto di midollo osseo. In questo caso l’anonimato avrebbe la peggio sulla necessità di intervenire per motivi di salute.
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