Presentata alla Camera la proposta di Marco Furfaro. Diritti riproduttivi, equità di accesso e consultori al centro della nuova legge
Una legge vecchia, una società che cambia
La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita (PMA) è da anni al centro del dibattito bioetico e giuridico in Italia. Nata nel 2004, è stata più volte ridimensionata da sentenze della Corte Costituzionale e dalla crescente pressione della comunità scientifica. Ora, con la proposta depositata da Marco Furfaro, il Partito Democratico prova a segnare una svolta decisiva: tutelare il diritto alla genitorialità come elemento essenziale della dignità umana.
Secondo Furfaro, “la genitorialità non può essere un privilegio da conquistare tra sentenze e viaggi all’estero”, ma un diritto da garantire nel rispetto della scienza e della persona. La proposta parte da un lavoro serio e condiviso con la SIRU (Società Italiana della Riproduzione Umana) e coinvolge numerosi attori della sanità pubblica e delle associazioni civiche.
I punti chiave della proposta
Il testo depositato alla Camera ha l’ambizione di riformare integralmente la legge 40, introducendo principi fondamentali per un sistema sanitario più equo e moderno. Tra gli elementi centrali:
- Riconoscimento della soggettività delle persone coinvolte nei percorsi di PMA
- Tutela del nato e del nascituro nel pieno rispetto dei diritti umani
- Regole chiare su crioconservazione, donazione e ricerca
- Rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale, con focus su equità di accesso
- Rilancio del ruolo dei consultori familiari, oggi gravemente carenti
Salute riproduttiva come diritto esigibile
A sostenere la proposta anche Marina Sereni, responsabile Sanità Pd, che denuncia le falle attuali: LEA disattesi, liste d’attesa infinite, costi insostenibili per molte famiglie. Secondo Sereni, la PMA deve diventare un diritto garantito su tutto il territorio nazionale, con standard uniformi e risorse adeguate.
Serve più personale, più consultori, più servizi. Oggi c’è un consultorio ogni 35.000 abitanti, mentre la norma prevede uno ogni 20.000: un gap che penalizza proprio le coppie più fragili.
Un nuovo patto tra scienza e politica
La riforma proposta non è un’utopia ideologica, ma un testo tecnico, scientifico, giuridicamente solido. Una risposta concreta ai moniti della Corte Costituzionale che invita il Parlamento ad agire.
“Non si può invocare la natalità – ammonisce Furfaro – senza garantire accesso alla PMA, senza affrontare il tema della salute riproduttiva in modo serio e moderno”. Il testo rappresenta un patto tra scienza e istituzioni, una chiamata alla responsabilità per tutte le forze politiche, senza pregiudizi.
Ora tocca al Parlamento
Il Partito Democratico rilancia con forza la sfida alla legge 40, in un Paese dove ancora troppi cittadini sono costretti a cercare altrove ciò che dovrebbe essere garantito dallo Stato. Non si tratta solo di medicina, ma di diritti, libertà e dignità.
La riforma è sul tavolo. Tocca ora al Parlamento decidere se restare nel passato o guardare al futuro.

10 domande e risposte
1. Cosa prevede la proposta di riforma della legge 40?
Include tutele per i diritti riproduttivi, accesso equo alla PMA, rilancio dei consultori e regole su donazione e crioconservazione.
2. Perché si vuole riformare la legge 40?
Perché è considerata obsoleta, superata dalla scienza e dalle sentenze della Corte Costituzionale.
3. Chi ha presentato la proposta?
Marco Furfaro, deputato Pd e responsabile Welfare del partito.
4. La riforma prevede l’accesso alla PMA per tutti?
Sì, punta a garantire l’accesso alla PMA in modo uniforme su tutto il territorio.
5. Cosa cambia per i consultori?
Il testo prevede il loro rilancio, con un rapporto ottimale di uno ogni 20.000 abitanti.
6. Ci saranno costi minori per le coppie?
Sì, perché l’accesso alla PMA sarà garantito dal sistema sanitario pubblico.
7. La legge protegge anche il nascituro?
Sì, ribadisce la tutela del nascituro e la sua dignità.
8. Cosa dice la Corte Costituzionale sulla legge 40?
Ha più volte invitato il Parlamento a modificarla per violazioni di diritti.
9. La proposta riguarda anche la ricerca?
Sì, chiarisce le norme sulla donazione per la ricerca e la crioconservazione.
10. Qual è l’obiettivo finale?
Rendere la salute riproduttiva un diritto esigibile e moderno per tutti.
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