Un nome legato a un delitto che ha segnato gli anni ’90
Benedetto Ceraulo, noto per essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Maurizio Gucci nel 1995 a Milano, è tornato tristemente alla ribalta. Questa volta, il teatro della violenza è stato il suo nuovo domicilio a Santa Maria a Monte, nel Pisano, dove per il weekend di Pasqua è stato raggiunto dal figlio 37enne.
Una lite familiare, dai contorni ancora da chiarire, è degenerata in una violenza brutale: Ceraulo ha estratto una pistola e ha sparato al figlio colpendolo al volto.
Un gesto estremo dopo lo sparo
Non pago del gesto, Ceraulo ha puntato l’arma contro se stesso e ha sparato, riducendosi in condizioni gravissime. È attualmente ricoverato in ospedale e lotta tra la vita e la morte. Il figlio, invece, è stato ferito ma non è in pericolo di vita.
L’episodio ha sconvolto la comunità locale, che conosceva Ceraulo come un uomo schivo e silenzioso, ma non dimenticava il suo passato. Dopo la condanna all’ergastolo per l’assassinio di Gucci, era stato trasferito ai domiciliari in seguito a problemi di salute.
Il passato che torna a colpire
Il nome di Maurizio Gucci, erede della celebre maison di moda, resta indissolubilmente legato a quello di Benedetto Ceraulo, che fu ingaggiato da Patrizia Reggiani, ex moglie di Gucci, per commettere l’omicidio. Una vicenda che ha ispirato libri, documentari e recentemente anche il film “House of Gucci”.
Oggi, quasi trent’anni dopo, quel passato criminale sembra essersi ripresentato in una nuova e devastante forma di violenza, questa volta in ambito familiare.
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