La sfida della cop29: un accordo inevitabile e necessario
Alla COP29 di Baku è stato raggiunto un compromesso che, pur non essendo definitivo, segna un passo importante nella lotta contro la crisi climatica. Secondo il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi, questo accordo rappresenta un segnale di speranza: “Per una volta, la comunità internazionale ha scelto il dialogo invece dell’inerzia”.
Un impegno globale per la transizione climatica
L’accordo punta su due elementi chiave:
- La consapevolezza che nessuno può affrontare la crisi da solo.
- La necessità di una collaborazione internazionale per una transizione climatica equa.
Con 300 miliardi di dollari all’anno da mobilitare entro il 2035, si vuole sostenere i Paesi in via di sviluppo, superando il limite dei 100 miliardi fissati in passato. Tuttavia, Longobardi avverte: “Non è sufficiente. Servono azioni concrete e un controllo rigoroso”
Transizione sostenibile: ambientale, economica e sociale
Un aspetto fondamentale sarà garantire che i costi della transizione non gravino sulle fasce più deboli o sui Paesi meno sviluppati. “Le energie rinnovabili devono rappresentare un’opportunità, non una nuova disuguaglianza globale” sottolinea Longobardi.
Monitorare i progressi per evitare ritardi
Il vero banco di prova sarà trasformare le promesse in azioni concrete. Il mancato accordo su un piano per ridurre l’uso dei combustibili fossili rimane un nodo da sciogliere. Tuttavia, il coinvolgimento di istituzioni come la Banca Mondiale e i fondi privati rappresenta un segnale positivo.
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