Lo spread ai minimi è un segnale di fiducia. Ma per trasformare la stabilità in sviluppo servono investimenti, lavoro e visione politica. Un’analisi di Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa.
Lo spread giù, ma lo sguardo va in alto
La discesa dello spread tra Btp e Bund tedeschi sotto i 90 punti base, registrata l’11 giugno, non è solo un dato tecnico. È il riflesso tangibile della rinnovata credibilità internazionale dell’Italia. Dopo anni di turbolenze e crisi, questa soglia – la più bassa degli ultimi dieci anni – rappresenta un segnale di fiducia che va colto e capitalizzato.
Non è più lo spread della paura, ma il termometro di una gestione oculata dei conti pubblici, frutto di disciplina, visione e coerenza. Oggi l’Italia appare agli occhi dei mercati come un Paese capace di garantire stabilità finanziaria, anche in uno scenario macroeconomico in trasformazione.
L’analisi di Giovanna Ferrara: non basta il rigore, serve visione
Come sottolinea Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa, «la tenuta dei conti pubblici è una conquista collettiva che va ora trasformata in sviluppo duraturo».
Il rendimento del Btp decennale al 3,45% è ben lontano dai livelli critici, e la recente scelta della BCE di tagliare i tassi indica che l’inflazione è sotto controllo. Le condizioni tornano finalmente favorevoli per famiglie e imprese.
Il deficit è in calo dal 7,2% del PIL nel 2022 al 4,4% nel 2024. Il debito pubblico scende al 137,8% del PIL nel 2025, la pressione fiscale si stabilizza, e la spesa per interessi si riduce di 3,5 miliardi nel biennio 2025-2026. Una cornice che, secondo Ferrara, va sfruttata per «rilanciare gli investimenti produttivi e mettere al centro PMI, lavoro qualificato e innovazione».
Il capitale di fiducia va speso bene
L’Italia è oggi un Paese affidabile sul piano della sostenibilità finanziaria. Ma il rischio è fermarsi alla prudenza. Secondo Ferrara, «occorre passare dal rigore al coraggio: un salto qualitativo che non rinneghi la disciplina, ma la utilizzi come base per una nuova crescita».
Semplificazione amministrativa, politiche di sostegno alle imprese, occupazione giovanile, digitalizzazione: sono queste le priorità per una stagione espansiva intelligente.
PMI protagoniste del rilancio
Per Unimpresa, le piccole e medie imprese rappresentano il vero volano della ripresa. Ma vanno messe in condizione di competere, innovare e assumere. Il quadro finanziario favorevole deve diventare politica economica attiva, non solo un risultato da esibire.
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