La giornalista italiana Cecilia Sala, arrestata il 19 dicembre in Iran, è al centro di un’intensa mobilitazione da parte del governo italiano. La sua detenzione nel carcere di Evin a Teheran, caratterizzata da condizioni difficili, ha sollevato preoccupazioni a livello nazionale e internazionale.
Il Summit
Nel pomeriggio del 2 gennaio, si è tenuto un vertice straordinario a Palazzo Chigi, presieduto dalla premier Giorgia Meloni, con la partecipazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano e dei rappresentanti dell’Intelligence. Durante il summit, è stata ribadita l’urgenza di ottenere l’immediata liberazione della giornalista e di garantire condizioni di detenzione rispettose della dignità umana.
“Fate Presto”
Dal carcere di Evin, Cecilia Sala ha comunicato ai familiari le sue precarie condizioni: dorme per terra, è senza occhiali da vista e le è stato negato il pacco inviato dai genitori. In una delle chiamate, ha rivolto un accorato appello: “Fate presto”.
La madre della giornalista, Elisabetta Vernoni, è stata ricevuta dalla premier Meloni, che ha assicurato un impegno deciso. La madre ha dichiarato di aver tratto conforto dall’incontro, affermando: “La fiducia è tanta, stanno lavorando duramente”.
L’iraniano detenuto a Malpensa
Il Governo ha inoltre sottolineato il rispetto delle leggi italiane riguardo l’iraniano detenuto a Malpensa, evidenziando la sua volontà di collaborare con le autorità iraniane per una rapida soluzione del caso.
Tajani: Mi auguro tempi brevi
Il ministro Tajani, intervenuto pubblicamente, ha espresso l’auspicio che i tempi per la liberazione di Cecilia Sala siano brevi, facendo riferimento al precedente caso di Alessia Piperno, liberata dopo 45 giorni di detenzione.
La vicenda resta monitorata con grande attenzione, con la speranza che la determinazione del governo italiano porti presto al rientro di Cecilia in patria.
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